A distanza di due mesi dalla prima volta, sono stati nuovamente danneggiati i locali acesi del Movimento cinque stelle e di Rifondazione comunista. Stesse modalità e, si ipotizza, stessi autori della volta precedente. Di poco conto il bilancio finale: vetri e catenaccio rotti per i grillini e picconate contro il portone d'ingresso per il partito di sinistra, ma iniziano a preoccuparsi i due schieramenti. Gli autori sono avversari politici? «Speriamo che sia opera di ragazzacci che fanno solo vandalismo», afferma l'esponente del Movimento Claudio Di Pasquale
Rifondazione e M5s, seconda aggressione Acireale, vandalizzate ancora le due sedi
Nuova aggressione ai danni delle sedi di Rifondazione comunista e del Movimento cinque stelle di Acireale. A distanza di circa due mesi dalla prima volta, nella notte tra giovedì e venerdì, si sono verificati gli stessi i dentici atti vandalici nei locali utilizzati dei due gruppi politici: vetri rotti a picconate. L’unica differenza rispetto all’aggressione di ottobre sta nella rottura, questa volta, del catenaccio del portone d’ingresso dei grillini, oltre ai vetri. Entrambi i partiti hanno denunciato alla polizia l’accaduto, che «ha anche fatto un sopralluogo», racconta Pippo Trovato di Rifondazione comunista, «ma probabilmente non arriverà a nulla come la prima volta», afferma.
Atti vandalici di poco entità, ma che cominciano a preoccupare. «È strano che in una cittadina come Acireale, che non è di certo una metropoli – dice Salvo Scuderi di Rifondazione – non sia possibile individuare i colpevoli. Noi crediamo che siano i nostri oppositori di sempre, l’estrema destra, ma si verificano di notte, è difficile anche per noi individuarli», dice. Anche per Claudio Di Pasquale del Movimento cinque stelle acese la matrice potrebbe essere individuate negli avversari politici. «Tra la fine di maggio e la fine di giugno ci saranno le elezioni amministrative e l’atmosfera si sente sempre più avvelenata – dichiara – Noi speriamo che sia opera di ragazzacci che fanno solo vandalismo, ma è già la seconda volta e a distanza di poco, non lo so», afferma.
Nessuno comunque è deciso a lasciare o cambiare la propria attività politica sul territorio in virtù di queste aggressioni alle sedi. «Non ci fermiamo – conclude Di Pasquale – andiamo avanti a testa alta».
[Foto di Salvo Scuderi]