Riflettendo sulle leggi razziali

“Nel totalitarismo viene negata la natura umana in quanto tale”. A settant’anni di distanza dalle leggi  razziali naziste, si è tenuto nell’aula magna della Scuola Superiore di Catania il seminario “Rileggendo Hannah Arendt: antisemitismo sociale tra politica e letteratura”. Organizzato in occasione delle celebrazioni per il decennale della fondazione, l’incontro si presenta come un’occasione per fare luce sulle cause dell’antisemitismo nel regime totalitario nazista.

L’incontro, tenuto dal prof. Barnaba Maj, docente di Filosofia della storia all’Università di Bologna, è stato introdotto dal prof. Francesco Migliorino dell’Università di Catania: “Noi siamo gli eredi dei totalitarismi. E Hannah Arendt ci ha spiegato come è l’uomo post-totalitario. I totalitarismi hanno lasciato un’intossicazione dalla quale non ci siamo più liberati”. Attraverso l’analisi dell’opera della scrittrice tedesca “Le origini del totalitarismo”, considerato da molti il testo definitivo sulla storia dei regimi totalitari, il prof. Maj ha presentato il suo saggio come un percorso guidato attraverso le fasi cruciali del fenomeno dell’antisemitismo in Germania: “Hannah Arendt può essere considerata un modello perché la sua è un’opera pionieristica. Infatti è stata la prima a distruggere il luogo comune dell’ antisemitismo come fattore politico. L’antisemitismo è stato un fattore di matrice sociale”.
Iniziando col dare al fenomeno una collocazione ben precisa nella storia (“l’antisemitismo nasce dall’odio nato nell’aristocrazia tedesca nei confronti dei finanzieri ebrei intorno alla fine dell’800”), il prof. Maj ha esposto punto per punto le fondamentali tesi della Arendt sull’origine del regime nazista in Germania, tra i quali appunto l’ascesa esasperata dell’antisemitismo: “l’antisemitismo ha costituito il nucleo e il punto di cristallizzazione del Nazismo. E’ un movimento soprannazionale. Il Nazismo ha letteralmente distrutto gli ebrei nell’Europa orientale e questo fondamentalmente perché gli ebrei non sono mai stati un gruppo sociale compatto, ma erano isolati dagli ambienti circostanti. Il terrore totalitaristico è indirizzato ai gruppi sociali meno potenti. Quindi l’antisemitismo – continua Maj – ha come causa la perdita di potere, la perdita di ogni potere rilevante da parte degli ebrei nella società. Nei regimi totalitaristi si fa una vera e propria guerra ai gruppi meno potenti”.

Quello che è accaduto in Germania non è stato antisemitismo, ma una guerra contro gli ebrei, che sono diventati il bersaglio dell’odio da parte di coloro che si sentivano minacciati dalla loro ascesa culturale ed economica. Xenofobia? Bisogno di trovare un capro espiatorio? Pregiudizi culturali? Queste sicuramente sono state alcune delle cause, ma quella che conosciamo benissimo è la conseguenza del binomio totalitarismo-antisemitismo, e cioè una tra le più grandi tragedie di tutti i tempi: l’Olocausto.

“Secondo Proust il totalitarismo trae origine dal sadismo, perché in entrambi i casi si ha a che fare con l’indifferenza verso l’innocenza delle vittime. Ma questa è una tesi da smentire perché il totalitarismo non è indifferente, è consapevole dell’innocenza delle vittime”.


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