Rifiuti, tra una settimana si rischia altra grave emergenza Da Siculiana e Gela no a Sicula. Ballano tremila tonnellate

In Sicilia la prossima potrebbe essere un’estate, l’ennesima, all’insegna dell’emergenza rifiuti. La previsione nefasta, le cui proporzioni al momento non è possibile definire nel dettaglio ma a spanne sì, emerge, secondo quanto verificato da MeridioNews, da una serie di comunicazioni che nei giorni scorsi sono partite dalle società pubbliche e private che negli ultimi due anni si sono spartite il ruolo di protagonista nella gestione della spazzatura nell’isola: Sicula Trasporti, Catanzaro Costruzioni e Impianti Srr Ato Cl4. La prima – gestita dagli amministratori giudiziari dopo il sequestro ai fratelli Leonardi – è l’impresa proprietaria della discarica, da tempo satura, di Lentini e dell’impianto di trattamento meccanico-biologico che ha continuato a funzionare ma con l’onere di trovare altrove dove abbancare i rifiuti trattati. La seconda fa capo all’omonima famiglia ed è proprietaria della discarica di Siculiana (Agrigento), mentre la terza è il soggetto che si occupa, per conto dei Comuni della parte meridionale del Nisseno, della discarica pubblica di Gela. Tra i destinatari, il principale interessato è senz’altro il dipartimento regionale ai Rifiuti che fa capo all’assessorato guidato da Daniela Baglieri

L’oggetto delle comunicazioni è sintetizzabile così: da qui a una settimana la capacità ricettiva del Tmb di Sicula subirà un drastico e, al momento difficilmente evitabile, ridimensionamento. Che tradotto significa: il rischio di trovarsi con un aumento dei cumuli di sacchetti in giro per le città è elevato. Ma non solo, a rischiare di vedere sfuggire la situazione di mano potrebbero essere anche i Comuni che, nonostante le tante difficoltà che caratterizzano il sistema nel suo complesso, sono finora riusciti a raggiungere la sufficienza in termini di decoro. «Questo impianto, dal 27 al 31 maggio, non potrà ricevere più di 900 tonnellate giornaliere. Dall’1 giugno la quantità ammissibile non potrà superare le 500 tonnellate giornaliere. Detti rifiuti saranno accettati in ordine progressivo di arrivo», si legge in un avviso affisso all’esterno dell’ingresso del Tmb di Lentini. 

All’origine della stretta c’è la difficoltà della ditta a trovare siti di smaltimento per la spazzatura in uscita – tecnicamente i sovvalli – dal processo di trattamento. Problemi che, a quanto pare, si palesano ormai tanto dentro l’isola che fuori. «Sicula conferisce 2000-2500 tonnellate a settimana presso dieci impianti sul territorio nazionale che, sovente, in conseguenza di loro difficoltà variano le quantità ricevute settimanalmente» con la conseguenza di determinare l’accumuli sui piazzali della società finita al centro dell’inchiesta Mazzetta Sicula. A questo si aggiunge il nodo che potrebbe rivelarsi il più difficile da districare: il 31 maggio giungerà a conclusione sia il contratto di conferimento con i Catanzaro che con la Srr Caltanissetta Provincia Sud. Quest’ultimo era stato l’atto con cui i gestori degli impianti avevano formalizzato i rapporti auspicati dal governo Musumeci, nel momento in cui nella discarica di Lentini non c’è stato più spazio.

Cosa accadrà adesso? Non è semplice dirlo. Stando a quanto appreso da MeridioNews, Catanzaro Costruzioni, che di recente ha presentato alla Regione una richiesta per la realizzazione di una quinta vasca a Siculiana, ha già fatto sapere settimane fa di non essere disponibile ad accogliere più conferimenti da Lentini. Da due mesi a questa parte, il quantitativo in ingresso era stato fissato in duemila tonnellate a settimana. Le notizie in arrivo da Gela sono appena meno cattive: la Srr, che già a suo tempo aveva mostrato di non gradire l’arrivo di rifiuti dai territori esterni a quelli coperti per statuto, ha infatti chiarito che dall’1 giugno accetterà nella discarica pubblica un massimo di 500 tonnellate a settimana, ovvero 1500 in meno rispetto a quelle fin qui ricevute

Per dire quali riflessi avranno sui territori queste 3500 tonnellate settimanali, a cui bisognerà trovare una nuova collocazione, bisognerà aspettare. Già da adesso, invece, è facilmente prevedibile che la situazione che si prospetta all’orizzonte rilancerà le quotazioni di chi auspica che si possa procedere il prima possibile alla realizzazione dei due termovalorizzatori annunciati a gran voce da Nello Musumeci e dalla sua giunta. Sugli inceneritori, proprio in questi giorni, è sorta una polemica tra le associazioni ambientaliste con l’accusa, neanche troppo velata, rivolta a Legambiente di prestarsi a pratiche di greenwashing. L’alternativa, di certo più percorribile nel breve e medio termine, resta sempre quella della spedizione di maggiori quantitativi di spazzatura fuori dall’isola. Una procedura che finora è stata osteggiata dai sindaci dei Comuni, nella consapevolezza dei maggiori costi che potrebbero ricadere sulle spalle dei cittadini, ma che ha registrato anche difficoltà da parte delle Srr nella redazione di bandi di gara appetibili per le imprese.


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