L’ufficio Ecologia del Comune di Catania presidiato dagli uomini della Direzione investigativa antimafia di Catania. Stamattina Palazzo degli elefanti si è svegliato con la notizia dell’inchiesta Garbage affair: un affare di munnizza. Roba da 350 milioni di euro, cioè il valore dell’appalto settennale che per ben tre volte non è stato aggiudicato e che, come raccontato ieri da MeridioNews, ancora una volta lascerà spazio alle proroghe – 12 milioni di euro ogni 106 giorni – per le aziende Senesi ed Ecocar. Tra gli arrestati c’è Orazio Fazio, funzionario della direzione Nettezza urbana e vicinissimo al primo cittadino Enzo Bianco. Sospeso per un anno Massimo Rosso, a capo della Ragioneria generale. Coinvolto anche il giovane dirigente del settore Ecologia Leonardo Musumeci. Insieme a loro, i cugini Antonio e Francesco Deodati, imprenditori romani che rappresentano le ditte che svolgono il servizio di raccolta rifiuti nel capoluogo etneo. E Antonio Natoli, un dipendente.
Nel complicato quadro della spazzatura arrivano le perquisizioni a Catania, Roma e Milano e le misure cautelari. In tutto gli indagati sono almeno sei – il numero totale non è stato divulgato -, dei quali la metà provenienti dagli uffici del municipio. Le accuse formulate dalla procura della Repubblica, in un’inchiesta coordinata dal procuratore capo Carmelo Zuccaro, riguardano reati contro la pubblica amministrazione: a vario titolo, turbata libertà degli incanti e corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio. Nell’abitazione di uno degli indagati la Dia ha sequestrato oltre 20mila euro in contanti. Secondo quanto si apprende, al centro dei controlli degli investigatori ci sarebbe stato il sistema di proroghe e quello dei controlli alle aziende che si occupano di eseguire il servizio: nel caso del mini-bando da centomila euro al giorno – quello di 106 giorni che si avvia verso una nuova proroga – a novembre 2017 (nei giorni in cui la questione rifiuti scuoteva il Comune di Aci Catena), a Catania erano state emesse sanzioni solo per 3600 euro. A fronte di un servizio giudicato inefficiente dallo stesso primo cittadino.
Agli arresti in carcere:
– Antonio Deodati: imprenditore romano, comproprietario di Ipi srl che, insieme a Oikos, ha gestito il servizio di raccolta dei rifiuti dal 2011 a maggio 2017; socio di Ecocar srl che, insieme a Senesi spa, da maggio dello scorso anno è affidataria del servizio. È accusato di turbata libertà degli incanti e corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio.
– Orazio Fazio: responsabile del servizio Nettezza urbana del Comune di Catania, accusato di turbata libertà degli incanti e corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio.
Agli arresti domiciliari:
– Antonio Natoli: già dipendente Ipi srl, da maggio 2017 passato al consorzio Seneco, costituito da Ecocar e Senesi, è accusato di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio.
Sospesi per un anno dall’esercizio di uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese:
– Francesco Deodati: cugino di Antonio Deodati, amministratore unico di Ecocar, è accusato di turbata libertà degli incanti.
– Massimo Rosso: dirigente della direzione Ragioneria generale del Comune di Catania, accusato di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio.
Sospesi per un anno dal pubblico ufficio:
– Massimo Rosso
– Leonardo Musumeci: dirigente della direzione Ecologia e ambiente del Comune di Catania, è accusato di turbata libertà degli incanti
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