Le previsioni, fatte poco più di un mese fa, si sono rivelate non proprio esatte e, nello specifico, da rivedere al rialzo. La cattiva notizia, l’ennesima sul tema dei rifiuti, ai Comuni è arrivata ieri con una nota di due pagine. A inviarla sono stati gli amministratori giudiziari della Sicula Trasporti facendo il punto sulle tariffe applicate per conferire l’indifferenziata nell’impianto di Lentini. I costi per gli enti locali – e di conseguenza per i cittadini, destinati a subirne gli effetti sulla Tari – sono destinati ad aumentare: nelle prossime settimane e fino a ottobre, chi porterà i rifiuti nell’impianto, sequestrato ai fratelli Leonardi in seguito allo scandalo Mazzetta Sicula e oggi amministrato dal tribunale, dovrà pagare 350 euro a tonnellata. Da novembre in poi, la tariffa salrià fino a 365 euro. I motivi dietro il nuovo aumento – a detta dell’impresa – vanno cercati ancora una volta nel mutamento dello scenario relativo allo smaltimento dei rifiuti. Saturata la discarica di proprietà, la Sicula, dopo avere concluso il trattamento nell’impianto Tmb, deve fare ricorso ad altri siti per smaltire i sovvalli. Che si tratti di altre discariche o di termovalorizzatori. Ciò significa affrontare costi che finiscono per essere ribaltati sui Comuni, nelle vesti di clienti dell’impianto di trattamento meccanico-biologico.
«Lo smaltimento presso siti posti al di fuori dei confini regionali – si legge nella missiva inviata anche all’assessorato regionale guidato da Daniela Baglieri e alle Srr della parte orientale dell’isola – ha un costo notevolmente più elevato, che ha già determinato un progressivo aumento delle tariffe in relazione alle quantità di sovvalli conferite al di fuori della Sicilia». Il riferimento degli amministratori va al tema della riduzione degli spazi nelle discariche isolane e, al contempo, alle resistenze che a più riprese sono arrivate dai gestori: è il caso, viene ricordato nella lettera, della Impianti Srr Ato Cl 4, la società che gestisce, a Gela, la discarica pubblica di Timpazzo. Da tempo il suo uso viene rivendicato dai Comuni della parte meridionale della provincia nissena. Per arginare le proteste dei sindaci, la Regione ha dovuto fare la voce grossa, intimando la concessione di spazi per Sicula ma che comunque, con il passare del tempo, si sono ridotti. «Fino al mese di luglio sono state circa il 33 per cento del totale», scrivono gli amministratori giudiziari in riferimento alle quantità di spazzatura arrivati nell’impianto di Lentini e smaltite oltre lo Stretto.
Nella direzione dell’invio fuori regione è andata anche la decisione del dipartimento regionale Acque e Rifiuti che, nelle scorse settimane, ha autorizzato Sicula Trasporti a portare in Olanda diecimila tonnellate di rifiuti entro il mese di luglio del prossimo anno. I contatti con l’estero sono stati presi dall’impresa nella consapevolezza che le tariffe proposte dagli impianti che si trovano in altre regioni italiane sono spesso più alte. Tuttavia, prezzi di conferimento a parte, a incidere saranno anche i costi legati allo spostamento dei carichi di rifiuti. E così – è il ragionamento di Sicula – non resta che alzare il prezziario rivolto ai Comuni: stando ai piani dell’azienda, nei mesi di settembre e ottobre la percentuale di rifiuti che verrà portata fuori dall’isola sarà tra il 55 e il 60 per cento, per poi toccare fino all’80-90 per cento entro novembre.
Qualche cambiamento potrebbe esserci nel caso in cui la discarica di Oikos dovesse essere riaperta. La possibilità è legata all’accoglimento da parte del Consiglio di giustizia amministrativa della richiesta di sospensiva della sentenza con cui il Tar, a giugno scorso, ha annullato l’autorizzazione integrata ambientale ottenuta nel 2019 dalla società dei Proto. Una vicenda intricata che sarà esaminata nel merito dai giudici a marzo 2023, ma che fino ad allora potrebbe consentire alla Regione di tornare a fare ricorso al sito tra Motta Sant’Anastasia e Misterbianco.
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