L'iniziativa è dei primi cittadini dei centri che fanno parte della Srr Catania Provincia Nord. Ma il problema è di mezza isola ed è legato alla chiusura della discarica di Lentini. Nei giorni scorsi una manifestazione d'interesse non ha dato i risultati sperati
Rifiuti, i sindaci etnei discutono con l’assessora Baglieri Per portarli fuori da Sicilia condizioni troppo sfavorevoli
Si presenteranno indossando la fascia tricolore i 15 sindaci della Srr Catania Provincia Nord che stamattina varcheranno la soglia dell’ex palazzo Esa di Catania, oggi sede decentrata del governo regionale. In programma c’è una riunione con l’assessora ai Rifiuti Daniela Baglieri. Scontato il tema al centro dell’incontro: cosa bisognerà fare a partire dall’1 maggio con la spazzatura? Un quesito che non interessa soltanto la quindicina di centri riuniti nell’ente, ma mezza Sicilia. Sono infatti oltre 150 i Comuni che attualmente conferiscono l’indifferenziato nella discarica di Lentini, sequestrata l’anno scorso ai fratelli Antonello e Salvatore Leonardi e che nel giro delle prossime due settimane dovrebbe chiudere i battenti per la saturazione dello spazio a disposizione. La risposta, però, al momento non c’è. E così ogni giorno che passa il timore dei sindaci è quello di potersi ritrovare a fronteggiare una crisi igienico-sanitaria, in un momento in cui la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni non è a livelli altissimi a causa anche dei recenti scivoloni in tema di Covid.
A Baglieri, alla quale è toccato prendere le redini dell’assessorato in uno dei momento più delicati, dopo la decisione di Nello Musumeci di chiudere l’esperienza con Alberto Pierobon, i primi cittadini comunicheranno anche il risultato della manifestazione d’interesse indetta nei giorni scorsi per capire se, fuori dalla Sicilia, esistono gestori dei rifiuti disposti a ricevere la munnizza isolana. Il tentativo indetto dalla Srr etnea non ha dato i risultati auspicati: a rispondere all’appello sono state poco più di un paio di aziende del centro e nord Italia, tutte però con condizioni poco conveniente. Dai prezzi offerti che raggiungono anche i 350 euro a tonnellata alla capacità d’accoglienza lontanissima dal fabbisogno dei comuni che, nel caso della Srr Catania Provincia Nord, si aggira sulle 40mila tonnellate annue per l’indifferenziata.
Per sapere come replicherà Baglieri bisogna attendere l’esito della riunione. Tuttavia è altamente probabile che l’assessora ribadirà la volontà della Regione di trovare una soluzione tampone per prendere tempo, in attesa di scelte forti nel medio-lungo termine. Il riferimento va all’invio dei rifiuti anche all’estero, nonostante più si avvicina la fine di aprile e più complicato diventerà l’organizzazione su larga scala, con la possibilità che il governo regionale compartecipi ai costi affrontati dai Comuni. Per quanto riguarda i quantitativi, un contributo per la loro riduzione potrebbe arrivare dalla stessa Sicula Trasporti, oggi guidata dagli amministratori nominati dal tribunale: continuando a fare lavorare, infatti, l’impianto per il trattamento meccanico-biologico il volume del residuo da abbancare diminuirebbe drasticamente. Ma alla Regione c’è anche chi crede nella possibilità di scongiurare l’invio fuori dall’isola, smistando i conferimenti nelle altre discariche presenti in Sicilia ma a patto che il livello della differenziata salga al 50 per cento. Un traguardo, questo, che tanti piccoli centri hanno già raggiunto, ma che nel caso di grosse città come Catania – dove è in corso l’ennesimo tentativo di affidare il servizio settennale di raccolta – al momento è praticamente un miraggio.
La questione della dipendenza dai privati riporta alla mente i tanti proclami fatti da Musumeci in questi anni in materia di impiantistica pubblica. A fronte degli annunci del governatore, che di recente è tornato ad aprire la porta agli inceneritori, i risultati concreti sono ancora pochi. Nel caso della parte nord della provincia di Catania, lo scorso giugno la Srr ha deliberato l’individuazione dei siti dove realizzare gli impianti, sia per quanto riguarda il conferimento dell’indifferenziata che della raccolta dei rifiuti differenziati. Tuttavia, a quasi un anno dalla decisione, l’ente attende di ricevere il via libera per la progettazione. A mancare, infatti, sono i soldi. Un nodo, questo, che ha lasciato perplesso più di un amministratore, ma che si spera potere sciogliere a breve. Di recente la Regione ha stanziato tre milioni da impiegare per redigere i progetti. Anche in questo caso, però, sarà necessario un deciso cambio di passo.