La parola rifiuti in Sicilia continua a fare rima con emergenza. Almeno per quanto riguarda la gestione. Mentre l’attenzione generale è rivolta alla chiusura della campagna referendaria, il governo Crocetta ha rinnovato ieri le ordinanze di fine maggio, con cui si annunciava un regime d’urgenza, per trovare una soluzione tampone alla questione munnizza. Le discariche siciliane, quindi, continueranno ad accogliere la spazzatura prodotta dai Comuni dell’Isola, in attesa di quel piano regionale che dovrebbe riformare il settore ma la cui genesi, al momento, rimane ancora lontana.
«Sono state emanate tre ordinanze che sanciscono di fatto la prosecuzione della fase emergenziale sulla gestione dei rifiuti sino a fine maggio 2017. Ancora una volta si procede a intervenire su una materia così delicata per gli enti locali dell’Isola senza confronto con una rappresentanza dei Comuni», si legge in una nota di Anci Sicilia. L’associazione dei Comuni siciliani, già a inizio giugno, era entrata in forte polemica con il governatore, il quale aveva risposto minacciando una sospensione della stessa ordinanza. «Ricordo che la competenza delle discariche non è della Regione, ma delle Srr. La Regione sta facendo un favore ai Comuni», aveva attaccato Crocetta, in merito alle condizioni riguardanti il conferimento dei rifiuti.
Problematiche che, sei mesi dopo, si ripresentano. «Avevamo già inviato nei giorni scorsi una lettera evidenziando come non si fosse trovata alcuna soluzione rispetto al gravoso problema dei maggiori costi del servizio integrato dei rifiuti lievitati in seguito all’emergenza dell’estate scorsa», continuano i sindaci siciliani. Ancora una volta, a risentirne potrebbero essere i cittadini. «Il rischio – ha dichiarato il presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando – è che, col proseguire dell’emergenza, si producano ulteriori costi e che la situazione, anche nel rapporto col cittadino che paga la Tari, possa diventare esplosiva pure nel 2017».
A proposito di discariche, proprio Crocetta è stato contestato questo pomeriggio a Motta Sant’Anastasia, il Comune del Catanese dove si trova la discarica Valanghe d’Inverno. Il governatore, che doveva incontrare il sindaco Anastasio Carrà, è stato affrontato da una decina di persone. «Grazie presidente, lei con questa storia dell’emergenza ci ha preso in giro due anni, ma non si vergogna?», hanno detto i manifestanti. Secca la replica di Crocetta. «Nella discarica c’è solamente il secco che non produce percolato. Se i manifestanti pretendevano che in piena emergenza rifiuti non avremmo dovuto metterli in nessun posto, né a Misterbianco, né a Motta Sant’Anastasia, dove li mandavamo?».
Sulla destinazione dei rifiuti, negli scorsi mesi più volte è stata discussa l’ipotesi di mandarli all’estero. Tale possibilità, tuttavia, a oggi non è stata oggetto di alcuna pianificazione. Eccezion fatta per una manifestazione di interesse pubblicata poche settimane fa dagli uffici regionali. Atto con il quale la Regione punta a capire quali sarebbero le condizioni economiche che gli enti locali dovrebbero affrontare per sbarazzarsi della spazzatura che nell’Isola fa sempre più fatica a trovare posto.
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