Rifiuti, Crocetta & Calleri rispolverano i termovalorizzatori di Totò Cuffaro

L’ATTUALE GOVERNO (CON LA GIUNTA ‘AZZERATA’) NE VUOLE REALIZZARE UNO ENORME PER PALERMO, AGRIGENTO, ENNA, MESSINA E TRAPANI. INSOMMA SULLA MUNNIZZA SICILIANA E’ CAMBIATO L’ORDINE DEGLI ADDENDI, MA IL PRODOTTO E’ RIMASTO IMMUTATO: DISCARICHE E TERMOVALORIZZATORI. IL NO DEL MOVIMENTO 5 STELLE

“L’assessore Salvatore Calleri non può essere messo in discussione”. Frase che sentiamo ripetere in queste ore, mentre si discute del rimpasto della Giunta regionale di Rosario Crocetta. Forse abbiamo capito perché il Megafono – il Partito del senatore Giuseppe Lumia e del presidente della Regione, Rosario Crocetta – non vuole mettere in discussione l’assessore Calleri: per questioni di munnizza. O meglio, per questioni legate a un grande inceneritore di munnizza.

Ci sembra impossibile, infatti, che il folle progetto presentato al Castello di Castellammare del Golfo per bruciare i rifiuti di mezza Sicilia non sia passato dall’assessorato regionale all’Energia retto dal signor Calleri. Del resto, se non ci pensa l’antimafia a realizzare un bel mega-rigassificatore chi ci dovrebbe pensare?

Così ecco il progetto per un mega-rigassificatore che servirà cinque province: Agrigento, Enna, Messina, Palermo e Trapani.

Altro che raccolta differenziata dei rifiuti, assessore Calleri: discariche a mega-rigassificatore! Insomma, rispetto al suo progetto anche i quattro termovalorizzatori del Governo di Totò Cuffaro impallidiscono.

“Appare come il ritorno alla politica fallimentare del governo Cuffaro – afferma infatti la deputata di Sala d’Ercole del Movimento 5 Stelle, Valentina Palmeri – con gli sviluppi che tutti conosciamo sui termovalorizzatori. Inoltre, tale impiantistica è stata già abbandonata da nazioni europee ultraconvinte a seguito di anni di esperienza fallimentare e nel rispetto delle direttive europee che puntano al riuso, al riciclo, e alla riduzione”.

Tra i Sindaci intervenuti, l’unico che ha preso posizione netta contro il progetto è il sindaco di Alcamo. Tutti gli altri, a quanto pare, sono d’accordo. Incapaci di amministrare come si fa nei Paesi civili, dove i rifiuti vengono quasi tutti riciclati, la Sicilia di Lumia, di Crocetta e degli ‘industriali’ sceglia la via breve: un mega-rigassificatore.

“Per quanto mi riguarda – continua la parlamentare Cinquestelle – ho ribadito il fermo no del nostro Movimento agli impianti di termovalorizzazione dei rifiuti, e l’adesione all’approccio e ai principi della ‘strategia rifiuti zero’, che non è ‘ideologia spicciola’, ma concretezza. In questi anni il problema non è stato della raccolta differenziata se non si sono raggiunti quegli obiettivi di risparmio a vantaggio dei cittadini e degli amministratori; al contrario, si dovrebbe riconoscere che il problema sono stati anche e soprattutto gli interessi dei privati e, quindi, l’assenza della volontà politica necessaria a sbloccare i nodi della catena gestionale, come ad esempio le procedure per il finanziamento degli impianti di compostaggio, uno dei passi decisivi per uscire dalla perenne ‘emergenza’ siciliana”.

“Occorre, piuttosto – sostiene Valentina Palmeri – finanziare l’impiantistica che ha presentato l’Ato tp1 per il territorio, ovvero l’impianto di compostaggio di Calatafimi-Segesta, la piattaforma di valorizzazione dei materiali della raccolta differenziata di Buseto Palizzolo e della discarica di supporto. Necessita, quindi, un solo impianto di selezione a freddo di pre-trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati con trattamento meccanico biologico (MTB) per recuperare le ulteriori risorse”.

“A che scopo bruciare i rifiuti? Basta attuare il piano rifiuti regionale e non avventurarsi in mostri tecnologici che graveranno sull’attuale e future generazioni”.

Di recente anche l’Ars si è espressa in tal senso, approvando una mozione presentata dai parlamentari del Movimento nella quale chiedevamo di rivedere l’attuale Piano gestione rifiuti secondo una serie di prescrizioni e suggerimenti per favorire la riduzione dei rifiuti a monte e azzerare la distruzione della materia.

“E’ facile dedurre, quindi – conclude Palmeri – che se fosse stata semplicemente applicata la legislazione vigente ora sarebbe tutto diverso, ad esempio, la legge prevede l’istituzione dell’Osservatorio regionale sui rifiuti, sempre rimasto sulla carta. Non si applicano adeguatamente neanche le direttive comunitarie che spingono all’azzeramento progressivo delle discariche, alla riduzione dei rifiuti e della loro pericolosità e al riciclo… C’è addirittura il rischio di un grave ritorno al passato con nuovi impianti d’incenerimento spacciati per sicuri”.

Nota a margine

Chissà cosa pensa di questo progetto la vice segretaria del PD siciliano, Mila Spicola, che appena qualche giorno fa, guardando alla costituzione di un Governo regionale migliore dell’attuale ha sollecitato proprio una svolta nella gestione dei rifiuti. E, in effetti, Lumia, Crocetta e Calleri una svolta stanno cercando di imporla: dalle discariche agli inceneritori.

Un progetto ‘intelligente’, quello presentato. Rimane in piedi, infatti, il bussiness del’immondizia che gira per la Sicilia sui mezzi gommati: Palermo, Agrigento, Enna, Trapani, Messina. Così ‘lavorano’ tutti gli amici e la Sicilia si inquina di più. ‘Mitico’ assessore Calleri! Ma l’ha proposto questo progetto a San Marino?

Non sfugge agli osservatori la scorrettezza politica: presentare un progetto di un assessorato con l’assessore ‘azzerato’ che potrebbe essere sostituito. Che è come dire: “Anche se mi levate la poltrona, il mio mega-rigassificatore resta…”.

Chissà cosa ne diranno di questo progetto i protagonisti del nuovo Governo regionale. Staremo a vedere.   

 

 


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