Rifiuti, controlli Rap-Oikos «rimandati per la pioggia»  Catania incassa la sponda nazionale di Varrica (M5s)

Nessuna novità ancora sui controlli incrociati di Rap e Oikos previsti per oggi sui rifiuti di Bellolampo decisi al tavolo con la prefetta De Miro per dare una scossa alla crisi che sta vivendo la città da diverse settimane. Sembra che la causa sia, come fa trapelare l’assessore all’Ambiente Giusto Catania, la fitta pioggia caduta nelle scorse ore. Proprio le verifiche di oggi erano tra i punti discussi ieri alla Fonderia Oretea nell’ambito di un incontro voluto da Sinistra Comune. Nel corso del dibattito è emerso con forza il punto di vista dell’amministrazione comunale che teme ci sia un disegno dietro la crisi di Bellolampo. Ieri lo ha ribadito con forza l’assessore all’Ambiente Giusto Catania che ha incassato anche la sponda del deputato nazionale del M5s Adriano Varrica, componente dell’VIII commissione Ambiente e territorio della Camera. 

All’incontro erano presenti anche l’amministratore delegato della Rap Giuseppe Norata e il segretario regionale di Legambiente Gianfranco Zanna. A moderare l’incontro la capogruppo al Consiglio comunale di Sinistra Comune Barbara Evola che introduce il tema dello spettro degli interessi dei privati sulla discarica, uno dei pochi e sicuramente tra i più grandi impianti pubblici rimasti in Sicilia. Assente per motivi di salute il presidente della Commissione regionale Antimafia Claudio Fava, sostituito dal portavoce Sergio Lima.

«Questo è un momento di confronto interessante – afferma Norata –  la vostra presenza dà conforto a noi che stiamo in trincea, e a volte ci sentiamo soli. Con la copertura dell’amministrazione comunale abbiamo cercato di ridare a Bellolampo la dignità di una sede pubblica, dove si gestisce un servizio pubblico,e per farlo abbiamo dovuto affrontare una vera e propria battaglia». Ma poi aggiunge che di questa situazione «se non fosse stato per i media la città non se ne sarebbe accorta». Norata si riferisce alle migliaia di tonnellate di rifiuti che giacciono sul piazzale della discarica per la quale «ho ricevuto un avviso di garanzia». E poi continua: «Abbiamo cercato di garantire il servizio di raccolta. Abbiamo deciso di gestire un momento di emergenza, che tutti hanno certificato e voluto come emergenza. Mi riferisco agli organi sovra-comunali. L’alternativa era lasciare i rifiuti in città. Per me sarebbe stato meno gravoso dal punto di vista giudiziario». Oggi assistere «ai viaggi della speranza dei rifiuti – aggiunge l’amministratore delegato – non è una cosa corretta e giusta nei confronti della città di Palermo». Oggi era prevista un’ulteriore verifica dell’impianto Oikos sui rifiuti: «Tutte le analisi fatte in contraddittorio hanno dato sempre ragione alla Rap. Le analisi fatte unilateralmente invece le hanno dato torto. Qui c’è qualcosa di inquietante». 

Su posizioni più radicali il presidente di Legambiente che bacchetta anche il Comune per non aver avviato prima la differenziata: «Il nostro obiettivo deve essere quello di eliminare le discariche, che fanno schifo sia che siano pubbliche che private. Dobbiamo produrre meno rifiuti e su quelli prodotti fare una differenziata buona. Continuiamo a conferire il 70 per cento dell’immondizia dopo venti anni di gestione commissariale. Il tema non sono quindi le 850 tonnellate di rifiuti al giorno di Palermo, il tema è perché continuiamo a produrle. La vera vergogna è che non ci sono gli impianti. Dobbiamo rompere questa logica e far fare anche ai privati la loro parte: da solo il pubblico non ce la fa».

Un appoggio e un sostegno concreto sono stati offerti da Varrica nella sua veste di membro della commissione ambiente e territorio e contemporaneamente, da deputato eletto a Palermo, nel suo ruolo di tramite con il ministro all’Ambiente, Sergio Costa, che avrebbe già incontrato Orlando e discusso  con lui in merito alla crisi di Bellolampo. Una piena disponibilità che arriva dopo l’apertura di Giusto Catania al Movimento Cinque Stelle di qualche giorno fa ma che non certifica di fatto l’alleanza che alcuni vedono dietro questa collaborazione, anche in vista del probabile ingresso di due nuovi assessori nella giunta comunale. Un altro aspetto in questo caso da non sottovalutare sono infatti gli attacchi che dal Movimento arrivano in particolare nei confronti di Norata accusato di essere in conflitto di interessi. 

«Sono due livelli separati uno è un livello puntuale legato a una posizione personale, l’altro è il tema della cooperazione istituzionale, che peraltro ci deve essere, e che si è già palesata. Se poi ci sono delle cose che non ci convincono è nostro dovere dirlo anche perché siamo all’opposizione di questa amministrazione, un’opposizione costruttiva – spiega Varrica a Meridionews – grazie al mio intervento c’è un question time alla Camera sul tema, inoltre è stato istituito un tavolo ministeriale che ha messo insieme la Regione con i Comuni delle città metropolitane siciliane per implementare la raccolta differenziata. È chiaro, come è emerso anche oggi nel corso dell’incontro che ci sono stati dei problemi di dialogo tra la Regione e il Comune e il ministero si è messo come soggetto terzo, super partes, per trovare la quadra e capire sul fronte delle risorse finanziarie come intervenire». Il deputato indica dove è necessario indirizzare le forze. I nodi sul campo sono infatti diversi: attivare gli ultimi tre step di Palermo Differenzia 2, l’adozione del regolamento per l’istituzione degli ispettori ambientali e l’attivazione di un centro di raccolta comunale per ogni circoscrizione. Il supporto istituzionale riportato da Varrica va anche in direzione dello sblocco dell’iter per la VII vasca. 

Su questo Catania precisa: «Non c’è una responsabilità degli organi politici della Regione, con i quali c’è una collaborazione istituzionale molto forte in questo momento – afferma Catania – ho solo registrato il fatto che l’iter seguito finora dalla Regione ha portato a questo effetto». Detto questo però ci va giù duro. «Siamo alla vigilia di una possibile crisi ed emergenza ambientale e sanitaria nella città. Quello che sta avvenendo è frutto di un disegno di natura economica e politica e quando si intrecciano questi interessi diventa complicato contrapporre un’altra opzione. La crisi di Bellolampo «non è frutto di una casualità – aggiunge Catania – Palermo è un avamposto, l’unica amministrazione o una delle poche che dice di voler continuare a mantenere la gestione pubblica dei rifiuti. Questo è un modo per dimostrare che questo modello non funziona. Vogliono farci finire questa esperienza amministrativa con i rifiuti fino al secondo piano dei palazzi per dimostrare che l’unica alternativa è consegnare nelle mani dei privati la.miniera dei rifiuti che nel caso di Palermo si chiama Bellolampo. E non è un caso che la discussione di questi giorni sia sul chiedersi se funziona bene questo impianto, se funziona il Tmb. Il primo giugno l’amministrazione comunale e la Rap hanno deciso che i privati dovevano uscire dalla discarica. Questo ha innescato meccanismi inquietanti». 

Catania tuttavia non nasconde i limiti che ha avuto l’amministrazione comunale nel gestire la differenziata: «Abbiamo sbagliato e dobbiamo recuperare sulla differenziata. I prossimi 60-70 milioni che dovremmo spendere l’anno prossimo per portarli fuori da Palermo per fare un investimento chiaro. C’è un problema nella raccolta. Aumenta la differenziata in termini quantitativi e aumentano i chili indifferenziata nella migrazione dei rifiuti. A cosa è dovuto? A turismo in aumento. Dobbiamo attrezzarci come tutte le altre città turistiche». 


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