L'operazione Nuova Ionia ha svelato gli interessi della mafia nella gestione dei rifiuti nei comuni ionici. Tra gli arrestati anche sei dipendenti della ditta Aimeri, aggiudicatrice della gara d'appalto con l'Ato. «Ci costituiremo parte civile, pronti a collaborare con le autorità competenti», replica l'azienda milanese. Indagati il sindaco e l'assessore ai Lavori pubblici di Mascali, mentre Teresa Sodano, primo cittadino di Giarre, spiega a Ctzen: «Parlavo con uno degli arrestati solo per segnalargli i disservizi». Guarda il video dell'intervista
Rifiuti, Aimeri replica: «Estranei alla vicenda» Il sindaco di Giarre: «Mafia? Mai accorta»
Loperazione Nuova Ionia, scattata stamattina che ha svelato gli interessi di Cosa Nostra nella gestione dei rifiuti dellarea jonica, avrà molto probabilmente un seguito. Il procuratore capo di Catania Giovanni Salvi ha annunciato che le indagini vanno avanti e riguardano «importanti amministratori pubblici» dei 14 centri dellAto Ct1 Joniambiente, in particolare Giarre e Mascali. In questultimo Comune sarebbero indagati il sindaco Filippo Monforte, lassessore e il dirigente ai lavori pubblici Rosario Tropea e Bruno Cardillo.
Inoltre, rispetto alle richieste avanzate dalla Procura, il gip non ha concesso alcuni arresti, ha derubricato alcuni reati, mentre al momento è stato escluso il concorso esterno in associazione mafiosa. Contro il rigetto di questi provvedimenti cautelari che riguarderebbero anche alcuni amministratori e funzionari pubblici, la Procura ha presentato ricorso al Tribunale del riesame. Nel frattempo il Gip ha fissato un’udienza camerale per «la contestazione della responsabilità amministrativa» nei confronti delle tre società coinvolte: lAimeri Ambiente, azienda milanese del gruppo Biancamano, vincitrice dellappalto con lAto Joniambiente, la Sicilia Ambiente S.p.A di Enna, che gestisce la discarica di Val Dittaino, e Alkantara 2001, la cooperativa sociale di Calatabiano che ha ricevuto incarichi dalle amministrazioni locali per espletare servizi di emergenza come la rimozione delle microdiscariche o la pulitura delle caditoie e che, secondo gli inquirenti, sarebbe riconducibile al clan dei Cintorino.
LAimeri, intanto, con una nota si dichiara totalmente estranea alla vicenda, in quanto parte lesa e annuncia che si costituirà in giudizio come parte civile. «La società – si legge precisa che le persone colpite dai provvedimenti giudiziari sono dipendenti ed ex dipendenti con mansioni di secondo piano e che comunque risponderanno personalmente dei reati per i quali sono accusati, alcuni reati addirittura completamente estranei all’attività svolta dalla società. La società Aimeri Ambiente conclude la nota è pronta a garantire, come sempre, la massima disponibilità a collaborare con le autorità competenti per fare luce sulle gravi vicende di cui ancora, tuttavia, non conosce nel dettagli i particolari».
La Procura accusa amministratori pubblici di diversi Comuni e dellAto Joniambiente di inerzia, omesso controllo e di aver agevolato ditte riconducibili a Cosa Nostra in cambio di assunzioni di personale a loro gradito. Tra i Comuni coinvolti cè Giarre, dove stamattina i carabinieri hanno sequestrato atti e documenti. «A quanto ne so spiega il sindaco Teresa Sodano hanno preso i contratti delle gare dappalto, ma noi non abbiamo un rapporto diretto con lAimeri, bensì con la società Jonambiente». Il primo cittadino afferma di «non sapere nulla dellinchiesta» ed esclude che «ci siano indagati nellamministrazione giarrese». Eppure stamattina il procuratore Salvi ha parlato di indagini in corso in tutti i Comuni, ma «soprattutto a Mascali e Giarre». In merito allaccusa di inerzia, la Sodano replica: «Ho presentato un esposto alla Procura per i disservizi nella raccolta di questi mesi e abbiamo fatto una guerra di segnalazioni, non si può certo dire che da parte nostra ci sia stata acquiescenza».
Il sindaco non ricorda tutte le ditte a cui sono stati affidati interventi sostituitivi del servizio dellAimeri e se tra queste ci sia l’Alkantara 2001 di Calatabiano. Mentre su Roberto Russo, coordinatore del personale e responsabile tecnico operativo dellAimeri a Giarre, ritenuto dagli inquirenti parte del direttorio del clan dei Cintorino, il sindaco spiega: «Lho conosciuto come sorvegliante, ma non mi sono mai accorta della gestione mafiosa». Anche nel maggio scorso, a margine della manifestazione antimafia organizzata a seguito dellescalation di intimidazioni sul territorio ionico, la Sodano aveva affermato: «Russo era dipendente anche della ditta Busso che si occupava del servizio dei rifiuti prima dellAimeri. Ogni tanto gli telefonavo per segnalargli disservizi, ma era una persona gentile».
Il video con le dichiarazioni del sindaco di Giarre Teresa Sodano.