Ridere della realtà

La realta, questo concetto così relativo. E la televisione, questo strumento che non è mai riuscito a esprimere la realtà.
Ma da qualche anno c’è un nuova moda, non importa chi l’abbia creata, ma c’è. Ora quello che va di moda è rappresentare la realtà, o meglio cercare di ricreare la realtà.
 
Ecco allora che nascono i Reality Show. Esperti in comunicazione e sociologia creano dei format e poi li vendono al migiore offerente. E le televisioni offrono tanto, tantissimo.
Grande Fratello, L’isola dei Famosi, La Talpa sono solo acuni tra i programmi che “realizzano” la vita. Chi è detenuto in una casa, chi in un’isola deserta, chi in Messico con un traditore alle spalle. La vita di sconosciuti o pseudo-vip è registrata e trasmessa al pomeriggio sui nostri teleschermi, e noi la guardiamo, perchè lo dice l’auditel che la guardiamo.

Poi c’è chi invece non la guarda ma la osserva. C’è chi comprende che qualcosa non va e lo dice. Ecco che come fenomeno di riflesso, di fondamentale importanza, nascono i programmi satirici che di questi format ci raccontano peste e corna, che li ridicolizzano e ci fanno tornare alle realtà “reale”.

Ai geni dello share fanno eco i geni della satira. Ecco allora Antonio Ricci e Striscia che a pochi giorni dall’inizio del Grande Fratello ci svelano che gli sconosciuti concorrenti sono attori o dj, e si chiede perchè ci vogliono dare a bere che non hanno nessuna esperienza nel mondo dello spettacolo. E poi ecco Enrico Ghezzi e Blob che ci riportano quotidianamente le parti meno entusiasmanti ma più vere di questi Reality, attraverso montaggi sfuggenti ma significativi.

E poi le parodie, così geniali, così pungenti. Quella di Bra, con la casetta di Lillo e Greg, abilmente “governati” da Serena Dandini. E l’agghiacciante ricosturzione di Paola Cortellesi; il suo “il Cantiere” è sintomatico di un esasperato tentativo di mettere alle strette dei poveretti proponendogli prove inverosimili e punizioni aberranti.
 
Poi c’è chi su un reality fonda addirittura un programma per intero. La Gialappa’s Band e il suo “Mai dire Grande Fratello” è un evento settimanale. C’è chi lo aspetta con ansia, chi conta i giorni, chi addirittura dichiara di vedere il format solo per poter comprendere meglio le battute del programma satirico.
Imitazoni, collegamenti in diretta, commenti al limite dell’insulto sono alla base della satira di questi geni dell’umorismo che da anni demoliscono le fondamenta di una televisione sempre più inconsistente.

Finchè ci saranno questi programmi il nostro rammarico per una televisione disastrata sarà minore. Il giorno in cui la satira sulla realtà sarà vietata ci renderemo conto che dovremmo ridere di noi stessi per aver palpitato al momento di una nomination (o nominatio), o di una esclusione, e che in fondo la casa maya non è il Regina Coeli.

Come nota finale aggiungiamo un vero e proprio avvenimento: Roberto Da crema è stato cacciato da “La Fattoria” per aver bestemmiato. Per noi è ridicola la motivazione tanto quanto la sceneggiata del Baffo al momento dell’esclusione. 

 

 

 

 

Giorgio Pennisi

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