C’è un nuovo colpo di scena all’Assemblea regionale siciliana. E ancora una volta il palcoscenico è quello della giustizia amministrativa. Dopo il caso del ricorso del candidato Salvatore Giuffrida contro il collega di lista Davide Vasta – entrambi del movimento Sud chiama Nord dell’ex sindaco di Messina Cateno De Luca –, ora tocca a Carmelo Nicotra spodestare dal seggio a palazzo dei Normanni Dario Letterio Daidone. Entrambi in lista con Fratelli d’Italia. Nicotra era rimasto fuori finendo quarto con 4764 preferenze. Daidone, invece, si fermò a poco più di 11mila consensi, dietro soltanto a Gaetano Galvagno, poi eletto presidente dell’Ars. Nel ricorso Nicotra lamentava la mancanza dei criteri di eleggibilità per Daidone, quest’ultimo vicino politicamente all’ex sindaco di Catania Salvo Pogliese. «Poco dopo le 14 il giudice ha emesso la sentenza in cui mi ha dato ragione», commenta telefonicamente Nicotra a MeridioNews. «Nel ricorso – aggiunge – contestavo due passaggi. Il primo non è stato accolto, mentre il secondo è stato ritenuto valido».
Nicotra contesta a Daidone il ruolo ricoperto da dirigente amministrativo al Policlinico di Catania e di non essere entrato in aspettativa entro i termini di legge dall’incarico nel consiglio d’amministrazione all’Irfis, società partecipata dalla Regione Siciliana. Ed è stata questa seconda contestazione a convincere i giudici amministrativi, dichiarando Daidone ineleggibile. Nicotra, che è stato anche vice presidente del Consiglio comunale di Catania, nel 2017 aveva corso per uno scranno a sala d’Ercole con la lista di Fratelli d’Italia. I circa cinquecento voti ottenuti non erano tuttavia bastati a superare Gaetano Galvagno, unico dei meloniani all’epoca eletto nel Catanese. Adesso si attende il certo appello da parte del deputato regionale Daidone.
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