Le saracinesche erano abbassate da oltre un mese per le misure del Covid-19. «Tirarle su, nonostante tutto, è stato bello», racconta Anna Cavallotto alle telecamere di MeridioNews. «Le nostre attività sono servizi per il territorio». Guarda il video
Riaprono le librerie catanesi. Non simboli ma imprese Cavallotto: «La prima cosa venduta è un quadernone»
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L’amore ai tempi del colera». Sarà un caso, eppure, il romanzo di Gabriel García Márquez è uno dei primi a essere acquistati alla riapertura della libreria. Sono da poco passate le 10 e, nella storica libreria Cavallotto – in corso Sicilia a Catania – le saracinesche sono state alzate da qualche minuto dopo oltre un mese in cui erano rimaste abbassate. «Nonostante tutto, è stata una bella sensazione», racconta la proprietaria Anna Cavallotto davanti alle telecamere di MeridioNews. Come previsto dall’ultimo decreto del presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, tra gli esercenti che possono tornare dietro le casse ci sono anche i librai. Una «riapertura simbolica» è stato detto da più parti ma «anche noi siamo imprenditori che, alla fine del mese, devono avere a che fare con il registratore di cassa».
Una freccia di scotch carta sul pavimento indica il percorso da seguire dentro la libreria. A definire le regole da rispettare all’interno ci pensa un foglio A4 attaccato sulle vetrine d’ingresso. Oltre all’obbligo di indossare guanti e mascherina e di rispettare le distanze di sicurezza, «ti chiediamo di sostare all’interno del negozio il tempo strettamente necessario per il tuo acquisto». Nell’attesa, per garantire che dentro il negozio non si creino assembramenti – che raramente si sono visti dentro le librerie – in alcuni momenti si crea una fila di persone all’esterno. Il telefono squilla di continuo. «Le persone vogliono sapere innanzitutto se siamo aperti e se abbiamo il libro che hanno intenzione di acquistare», spiega la libraia che, in questo periodo di lockdown, ha continuato a gestire gli ordini a distanza.
La maggior parte dei primi clienti, cercano
quadernoni e testi universitari. Qualcuno opta per un romanzo. Per chi mette piede in libreria senza guanti, all’ingresso c’è una boccettina di gel disinfettante per le mani che viene distribuito dalle dipendenti. Per la loro sicurezza, poi, è stata in parte modificata la disposizione del negozio. «Per rispondere alle esigenze dei clienti che hanno bisogno di informazioni – racconta Anna Cavallotto – per esempio, noi restiamo all’interno dei box per garantire le distanze di sicurezza». Per i primi giorni, entrambi i punti vendita – corso Sicilia e viale Jonio – resteranno aperte soltanto di mattina. «Non è una apertura simbolica – afferma la libraia – le nostre attività sono servizi per il territorio».
Alla riapertura si stanno preparando anche
Maria Carmela e Angelica Sciacca della libreria Vicolo Stretto e della Legatoria Prampolini di Catania. «Giorno 12 marzo abbiamo chiuso le porte delle nostre librerie per tutelare la salute di tutti e tutte – spiegano – In questo mese, il nostro mondo si è stravolto». Nonostante la pandemia, anche loro hanno continuato a consegnare libri in giro per la Sicilia.
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Non apriremo in maniera simbolica – ribadiscono le due libraie – perché le nostre librerie sono aziende. Apriremo perché crediamo fermamente che le librerie offrano un servizio al proprio territorio, ma questo non può avvenire dall’oggi al domani». Le pulizie e la sanificazione sono già iniziate anche in via di Santa Filomena. «Vanno ripensati gli spazi, vanno calcolati i tempi e le necessità professionali e personali. Bisogna valutare attentamente costi e benefici e – concludono – per questo ci vuole tempo, senso di responsabilità e lucidità».