Riapre la villetta di piazza Principe di Camporeale «Chiusa da 32 anni, dicevano che era impossibile»

«Io ho 34 anni e questo posto non l’ho praticamente mai visto aperto. Questo è un sogno che si realizza, un’emozione indescrivibile». Non riesce a spiegare bene, Davide Grasso, cosa significhi per lui la riapertura della villetta di piazza Principe di Camporeale, prevista per questo pomeriggio alle 16. Lui, da sempre impegnato per le sorti del quartiere e in passato candidato per diventare consigliere della V circoscrizione, sa benissimo che quell’oasi di verde in mezzo al cemento cittadino ha rappresentato una vera e propria parentesi di svago e di sospensione dalla quotidianità per i residenti del passato. Una funzione che potrebbe tornare in vita da oggi. «La villetta intorno agli anni ’70 e ’80 era frequentata da famiglie del quartiere, nello spazio centrale, ben illuminato, si poteva giocare anche a palla – racconta Grasso -. Successivamente al centro della villa è stato scavato un profondo tunnel per convogliare le acque dal canale di Passo di Rigano fino alla Bandita». I famosi lavori, cioè, del raccordo fognario.

            

«A tunnel ultimato, però, i lavori sono stati sospesi e la voragine che era stata scavata si è riempita in fretta di acqua, costituendo un pericolo per i fruitori della villetta», prosegue Grasso. Il buco viene recintato e l’intero spazio verde chiuso al pubblico, per evitare pericolosi incidenti. Inibendo così totalmente la fruizione di quello squarcio d’ossigeno in piena città. E che in breve diventa rifugio prediletto di senzatetto, bevitori e sbandati, che ne hanno aumentato a dismisura il degrado. La gente del posto, tuttavia, ha sempre sperato nella sua riapertura, che per molto tempo è stata legata a doppio filo alla ripresa e conclusione dei lavori sul tunnel, «lavori che non si realizzeranno nei prossimi anni, o forse mai. Motivo per cui abbiamo con forza chiesto all’amministrazione che la villetta venisse comunque restituita ai cittadini», spiega anche il presidente di circoscrizione Fabio Teresi. Come? Ad esempio, isolando quel fatidico buco che anziché essere sfruttato si è trasformando in un pericolo per i cittadini.

«Mi sono sempre interessato a questo spazio, parlandone con i residenti, confrontandomi. Ho iniziato a fare le mie segnalazioni a dicembre 2016. Ma già mesi prima mi dicevano tutti che quella riapertura era praticamente un’impresa impossibile, solo che io non c’ho mai voluto credere», torna a dire Grasso. E la buona notizia arriva appena due mesi dopo: «Vieni, che stiamo pulendo la villetta», gli dice al telefono Maurizio Miliziano, all’epoca presidente della Rap. «Una gioia immensa, abbiamo ottenuto quello che si attendeva da oltre 30 anni – dice ancora -. Non c’era alcun motivo per cui quella villa fosse chiusa, bastava recintare questo buco dal diametro di una decina di metri per riaverla. Capisco che non è bellissimo, ma credo sia meglio di avere la villa totalmente chiusa».

 

I lavori di ripristino e riqualificazione dell’area verde sono iniziati immediatamente, da quella telefonata, entrando a pieno regime nei mesi successivi. «Quel cartello enorme che stava attaccato alla recinzione e che recitava “Attenzione pericolo di morte” adesso non c’è più. Erano davvero in molti a dirmi che sarebbe stato impossibile, noi non ci siamo mai arresi, abbiamo lottato e ce l’abbiamo fatta – conclude soddisfatto Grasso -. Adesso la villetta sarà nuovamente nostra, è bastato volerlo».


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A chiudere i cancelli di quella che negli anni '70 rappresentava un'oasi di respiro per i residenti del quartiere sono i lavori del raccordo fognario, che lasciano nell'area un pericoloso squarcio rimasto inutilizzato. Davide Grasso: «Bastava recintare quel buco, capisco che non sia bellissimo ma è meglio di tenere tutto inaccessibile»

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