Sprangato da dieci anni, il Finocchiaro, uno dei gioielli della Palermo liberty, riapre le proprie porte. E lo farà con un varietà di Capodanno, poichè la ripartenza di quello che dagli anni ’50 al 2004 era stato un cinema, avverrà come teatro di intrattenimento, votato al varietà e al cafè chantant. Qualcosa che mancava in città, ma che probabilmente segnerà la nuova vita del teatro di via Roma. In programma per la notte di San Silvestro un Gran Varietà in stile charleston con coreografie, musica anni ’30, ’40 e ’50, tra paillettes, piece di theatre comique, can can e burlesque. Costruito nel 1922, per volere del cavaliere Emanuele Finocchiaro, industriale del cemento, durante la guerra i locali vennero utilizzati anche come rifugio antiaereo, il cinetreatro Finocchiaro è su progetto dell’architetto Paolo Bonci, a cui si devono la Galleria delle Vittorie e palazzo Finocchiaro (1926).
Mille posti in tutto tra platea (500) e palchi, e un magnifico tetto lucernario apribile che permetteva persino di svolgere spettacoli ‘«all’aperto». Il Teatro Finocchiaro ha un prospetto importante su via Firenze, una volta l’ingresso principale, in vista di un progetto degli anni Trenta che voleva l’abbattimento delle case attorno per costruire una piazzetta di accesso.
Ma non se ne fece più nulla e la via laterale fu destinata all’ingresso in anfiteatro, di coloro che non avevano i soldi per pagarsi un palco. Anfiteatro fornito di suoi servizi separati a seconda che si pagasse un posto 2 lire o 50 centesimi, con disegni riecheggianti fantasie, il cine teatro definito nel 1983 un «monumento di notevole interesse storico artistico», è un insolito connubio fra teatro all’italiana e teatro wagneriano. Pianta trapezoidale con una propaggine rettangolare che un tempo ospitava l’ingresso e, al secondo livello, una tea room, gestita dai fratelli Ciccio e Ciro Scianna.
In sala, tre ordini di palchi, un loggione laterale al terz’ordine, e un secondo loggione al quarto. Sul boccascena, quattro file di palchi di proscenio. Le decorazioni, tutte Jugendstil, sono dello scultore Geraci: stucchi, motivi floreali e maschere, fregi lignei fino al tetto. Il teatro e’ agibile solo per la platea, il palcoscenico non è utilizzato dal 1956. Gli antichi foyer, la sala da te’, gli uffici e gran parte dell’ingresso su via Roma sono occupati da altre attività commerciali.
Oggi la ristrutturazione per riconsegnarlo alla città. Il Teatro Finocchiaro è preso in gestione da un gruppo di giovani artisti raccolti sotto il nome: I Bohemiens. Saranno loro a proporre una stagione sin dal 10 gennaio quando Il Finocchiaro si racconterà con una visita pubblica e gratuita. In futuro, sono previsti spettacoli di Monsieur David (Colorado cafè), stage con Gianluca Guidi, formazione per attori, gruppi jazz e musica anni ’30, ’40 e ’50, cene d’autore, Burlesque e visite guidate mattutine. Il teatro entra nel circuito di teatro per bambini non vedenti.
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