Il provvedimento che regola la vita delle strutture sanitarie in tutta la Sicilia ha imposto alcuni cambiamenti anche nell'ospedale del Comune etneo. Chiudono alcuni reparti ma i posti letto di altre specialità aumentano. Malcontento dal comitato cittadino ma il direttore dell'Asp 3 si dice soddisfatto
Rete ospedaliera, novità al presidio di Bronte «Una mazzata perdere Urologia e Ortopedia»
I cambiamenti previsti dall’approvazione della rete ospedaliera regionale colpiscono anche i presidi minori, come quello di Bronte dove, il provvedimento era atteso con trepidazione a causa del possibile declassamento dell’ospedale. Nel disegno, approvato ieri in sede ministeriale, sono previsti ora 82 posti letto, di cui 44 di lungodegenza (32 al momento si trovano nell’ex struttura sanitaria di Randazzo). Di questi, otto sono per la Chirurgia, due in più degli attuali sei, 12 posti in Medicina contro gli attuali 17, due in Neonatologia che, invece, prima non ne aveva. Mantiene gli attuali otto posti la Ginecologia e Ostetricia, sei la Pediatria e quattro la Psichiatria.
Scompare l’Ortopedia che ha attualmente otto posti, così come l’Urologia, ultimamente ferma anche come ambulatorio, mentre le unità di Radiologia e Analisi di laboratorio da complesse diventano semplici. Così come la Chirurgia. «Non siamo contenti della nuova distribuzione dei posti letto nel nostro ospedale – afferma Biagio Venia del comitato cittadino a difesa dell’ospedale – da tempo avevamo lanciato l’allarme, ma nessuno ci ha ascoltato. Perdere Urologia ed Ortopedia, è una mazzata per il territorio». «Molti anziani che vengono dirottati ad Acireale – continua Venia – non vanno a farsi visitare per l’impossibilità di raggiungere i locali con i mezzi pubblici».
Un cambio di rotta tendenziale che lascia Bronte come presidio di zona disagiata, ma privo di servizi che in zona non offre nessun altro ospedale, primo fra tutti l’Urologia. «Noi abbiamo fatto di tutto per lasciare l’ospedale operativo e non chiudere nessuna struttura – ha dichiarato in un convegno nella città del pistacchio Giuseppe Giammanco, direttore generale dell’Asp 3 – Ma oggi si deve ragionare in termini di territorialità, non di zona». Appare infine un probabile controsenso il mantenimento dell’ambulatorio di Urologia, una volta reparto, che da novembre è sostanzialmente fermo per mancanza di personale sanitario.