Rete ospedaliera, ancora critiche a Gucciardi «Entro il 2018 rischiano la chiusura 90 reparti»

Ad essere in bilico sarebbero circa 90 reparti. Non si fermano le polemiche attorno alla nuova rete ospedaliera siciliana, che ha ricevuto l’ok dal ministero della Salute appena qualche giorno fa. Secondo il deputato pentastellato, Francesco Cappello, componente della commissione Sanità all’Ars, si tratterebbe di un fatto «gravissimo», soprattutto perché «né il governo, né il presidente della commissione salute Di Giacomo hanno consegnato tutti i documenti ai componenti della stessa commissione. Questa è una vergognosa messa in scena che vede come uniche vittime i siciliani e la loro salute».

Il documento incriminato è il cronoprogramma inserito tra gli allegati alla delibera sulla rete sanitaria, secondo il quale diversi reparti dovrebbero cessare l’attività in tre fasi individuate alla fine del 2017, a metà del 2018 e alla fine dello stesso anno. A rischiare la chiusura sono sette reparti di chirurgia generale, otto di ortopedia, nove di cardiologia, dieci di ginecologia ed ostetricia, nove di terapia intensiva, nove di oncologia, sette di chirurgia vascolare, otto di malattie infettive, nove di neonatologia, quattro di nefrologia, un reparto di pediatria, uno di chirurgia maxillo facciale, uno di chirurgia plastica, due di chirurgia toracica, un reparto di neurochirurgia, uno di ematologia, uno di neuropsichiatria infantile, uno di grandi ustioni e uno di malattie endocrine.

«Oltre a questi – aggiunge Cappello – destinati a chiudere i battenti alcuni servizi senza posti letto. E precisamente due radiologie, un’anatomia patologica e tre direzioni sanitarie». Secondo il deputato, «dietro l’angolo della sanità siciliana c’è una valanga di chiusure di reparti di cui il governo non parla per evidenti ragioni opportunistico-elettorali, ma che sono già previste e scadenzate, con tutte le nefaste conseguenze per i cittadini».

«A conclusione dell’iter di monitoraggio e ridimensionamento previsto al 31 dicembre 2018 – spiega Cappello – la rete dovrà essere ridimensionata e ridisegnata totalmente secondo gli standard del decreto ministeriale 70. Questo è quanto al governo regionale è stato imposto dal governo nazionale già nella riunione a Roma dello scorso 24 marzo, ma taciuto alla commissione Salute e al popolo siciliano. Ecco le ragioni di tanta fretta nell’approvazione della rete ospedaliera. Ecco perché il cronoprogramma non è mai stato presentato alla commissione Salute, ma pubblicato a posteriori in allegato alla delibera di giunta, successivamente all’acquisizione del parere della commissione stessa. Nessun concorso potrà essere bandito per unità operative complesse di cui si è già programmata la chiusura, solo stabilizzazioni e mobilità nell’area emergenza urgenza. Altro che novemila assunzioni».

A puntare il dito contro la rete e il suo autore è anche il sindacato Cimo, secondo cui la rimodulazione «riduce di circa 40 i posti letto per acuti del Civico di Palermo, dove già oggi fortemente critica è la richiesta di posti letto rispetto all’offerta, e aumenta di 52 i posti letto dell’ospedale dei bambini Di Cristina, dove la richiesta è sensibilmente inferiore e meno critica». Secondo l’organizzazione sindacale, «non viene tenuto in nessun conto l’impatto inevitabile che avrà sul Civico la retrocessione ad Hub di II livello il presidio Villa Sofia-Cervello, che avrebbe presupposto, in una programmazione ragionata, quanto meno il potenziamento del Civico in termini di posti letto».


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