Nessuno si occupa piu' della nostra isola, se non per spremerla come un limone. Come sta facendo l'attuale premier. Con crocetta che produde solo chiacchiere. Eppure, senza il mezzogiorno, come ricordava don luigi sturzo, l'italia non ha dove andare. . .
Renzi, Berlusconi e Grillo si accapigliano: e la Sicilia affonda!
NESSUNO SI OCCUPA PIU’ DELLA NOSTRA ISOLA, SE NON PER SPREMERLA COME UN LIMONE. COME STA FACENDO L’ATTUALE PREMIER. CON CROCETTA CHE PRODUDE SOLO CHIACCHIERE. EPPURE, SENZA IL MEZZOGIORNO, COME RICORDAVA DON LUIGI STURZO, L’ITALIA NON HA DOVE ANDARE…
di Carmelo Raffa
Matteo Renzi ci ripensa e rimette in discussione il patto con l’ex Cavaliere. Alfano è soddisfatto. Grillo pensa a distruggere Renzie. I big perdono la testa per la riforma elettorale ed ai poveracci chi ci pensa?
Dopo mesi e mesi di lacerazioni interne aperte prima da Corradino Mineo & Co. a cui sono seguite forti prese di posizioni da parte di Cuperlo e dell’ex leader del PD Bersani, il Premier e leader del PD, Matteo Renzi, usa toni più vellutati ed apre al dialogo accogliendo l’introduzione delle preferenze sull’Italicum.
Il Leader di Forza Italia, a questo punto, si sente tradito e fa saltare l’appuntamento con Renzi adducendo come scusa che non è in perfetta forma di salute.
Mentre il terzo incomodo Beppe Grillo ridichiara guerra al Renzie Premier e dice che è il nemico da sconfiggere.
In questo caos non si capisce più niente: pranzi, cene, riunioni, abbracci e strette di mano per fare accordi, ma dopo un po’ tutto viene di nuovo rimesso in discussione.
La parola data non vale più un fico secco, perché tutto viene fatto sulla scia del momento. Anche Renzi, che sembrava un gran Maestro di giochi di prestigio, di giorno in giorno perde colpi e siccome soffre di forte impulsività ci si accorge troppo tardi che, per riparare il vaso da lui rotto, deve cercare in tutti i modi di riattaccare i cocci.
Dopo la clamorosa vittoria alle europee ci si ritrova con tanti impegni presi e, nella sostanza, pochi diventano realizzabili. La situazione del Paese è grave, mentre lo scenario economico e sociale nel Mezzogiorno risulta drammatico, per non parlare della Sicilia che sta sprofondando.
Il Governatore Rosario Crocetta ha risolto con lo Stato un contenzioso accontentandosi di un piatto di lenticchie a fronte di parecchi miliardi di euro rivendicati a pieno titolo dal precedente Governo regionale di Raffaele Lombardo e dal suo assessore all’Economia, Gaetano Armao.
E questo l’interesse di Matteo Renzi per la Sicilia ed i siciliani? Vuole ancora spremere i siciliani come limoni? E l’ex Cavaliere si comporta come già s’è comportato nel 2001 quando ha vinto grazie al 61 a zero in Sicilia?
Tutto per il Nord suo e di Bossi e nessuna riconoscenza ai siculi? E Alfano il siciliano che annovera Ministri e sottosegretari nel Governo che fa per i suoi conterranei? Ed infine il leader dei Cinque Stelle che ha attraversato a nuoto lo stretto di Messina vuole appagare solo con ciò la nostra Isola?
Cari Renzi, Berlusconi, Alfano e Grillo la nostra terra è già stata spremuta e tanto sangue è stato versato dai siciliani per fare diventare ricchi in epoca non tanto lontana i continentali e ciò sicuramente per un modo non tanto buono di gestire la politica.
I siciliani ora sognano un nuovo modo di politica buona e seria che si occupi di loro: una politica che certamente nulla ha che vedere con le chiacchiere continue e senza costrutto del Presidente Crocetta.
Caro Renzi, Lei all’atto del suo insediamento, nel suo programma, ha sorvolato sulla vera emergenza vissuta prioritariamente dalle aree più deboli economicamente. Tralasci per qualche giorno la riforma elettorale e dedichi la sua attenzione ai più poveri, ai disoccupati, ai giovani che non trovano lavoro. Se farà questa sana riflessione, caro Premier, si accorgerà che costoro prevalentemente vivono nella parte meridionale del Paese e con urgenza bisogna agire per costruire qualcosa di concreto.
Il suo predecessore Enrico Letta aveva detto: “L’economia italiana riparte se riparte dal Mezzogiorno”. Un po’ prima di lui – erano gli anni ’50 del secolo passato, Don Luigi Sturzo, fondatore del Cattolicesimo sociale, lasciava ai posteri un vaticinio che si sta dimostrando sempre più esatto: “L’Italia sarà quel che il Sud sarà”.
Caro Renzi, faccia sue le benedette parole di Sturzo e li traduca in fatti reali. Niente parole, niente promesse generiche, ma concretezza!