Doveva essere il giorno della discussione della Iuc, l’Imposta unica comunale, e invece la seduta del Consiglio comunale di ieri sera si è trasformata in un nuovo capitolo della crisi nella quale sembra essere bloccata la maggioranza del sindaco Enzo Bianco. Dopo l’esposizione della proposta di regolamento, curata dall’assessore al Bilancio Giuseppe Girlando, è stata la volta della presentazione degli emendamenti. Ma da quel momento – le 20.45 – i lavori dell’aula si sono bloccati, con il titolare dell’assessorato alle prese con la valutazione delle proposte della maggioranza. La seduta è iniziata già con un’ora di rinvio per la mancanza del numero legale – all’apertura erano presenti solo nove consiglieri -, condizione che ha portato l’opposizione ad alzare letteralmente i toni dopo un’ora di ulteriore ritardo.
Sono le 22 quando Manlio Messina (Area centrodestra) perde la pazienza e richiama platealmente l’attenzione della presidente Francesca Raciti. «Mi faccia la cortesia di riaprire la seduta», afferma a voce sostenuta. «Manca l’assessore», ribatte Raciti. Ma il consigliere è intransigente e ottiene la riapertura. «Vergogna – urla Messina – È un problema vostro se mancano i consiglieri, vi organizzate prima. A tutto c’è un limite», sbotta riferendosi poi a una maggioranza «disorganizzata» e lanciando la mozione di pregiudiziale (la richiesta di non discutere di un argomento in aula).
«Tutti i torti non ha – riconosce Agatino Lombardo, Primavera per Catania – Ma vorrei capire se siamo pronti per andare avanti. Chiederei di non bruciare la seduta». L’appello, però, non viene raccolto dal gruppo di Grande Catania che esce dall’aula. «È indecoroso – tuona Andrea Barresi – Assistiamo a scontri di una maggioranza che non ha concertato l’atto. Chi paga? Oggi, i catanesi». E il malumore è forte anche tra la stessa maggioranza. «Chi è presente in aula quasi si sente in colpa – afferma Giuseppe Catalano, Patto per Catania – O convochiamo una conferenza di maggioranza, o ammettiamo che c’è qualcosa che non va. Non possiamo andare più avanti», ammette.
Venuto meno il numero legale, rimangono il disappunto della presidente del Consiglio Raciti – «Cosa dovevo fare?», chiede retoricamente e con un moto di stizza alla sua area – e la proposta di regolamento ancora in attesa delle richieste di perfezionamento indicate dai consiglieri che viene così rinviata a oggi alle 19. Secondo il progetto dell’assessore Girlando, la nuova imposta che riunisce Imu, Tari (la tassa sui rifiuti) e Tasi (imposta sui servizi indivisibili) andrà pienamente a regime dal prossimo anno. «Arrivare a giugno per un regolamento che dovrebbe essere in vigore da sei mesi è frutto del ritardo del Parlamento – spiega – Per le scadenze verranno previste discipline transitorie per il 2014».
A regime, i termini per l’Imu e la Tasi saranno fissate per il 16 giugno e il 16 dicembre. Per la Tarsu, invece, è prevista la ripartizione in tre mesi: marzo, maggio e settembre. Per l’anno in corso di Imu e Tasi avranno le scadenze a ottobre e dicembre; per la Tari ci sarà una rata di acconto a luglio e il saldo a dicembre. Previste agevolazioni per anziani, disabili, cooperative edilizie, luoghi sociali e fabbricati storico-artistici.
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