Confcommercio e Confesercenti riportano le preoccupazioni di tanti imprenditori che ancora devono fare i conti con delle norme che non convincono e per le quali, d'accordo con l'amministrazione, avevano chiesto la modifica, che ancora non arriva. «Basiti per l'assenza di chi deve prendersi le responsabilità»
Regolamento dehors, proroga scade il 30: ristoratori nel caos «Siamo stanchi di aspettare ora dateci delle risposte certe»
Il 30 aprile scade la proroga al regolamento sui dehors ma ancora non si vede la luce alla fine del tunnel per una vicenda che va avanti da diverso tempo. La proroga era arrivata a febbraio ma in questi mesi si è visto poco o nulla delle modifiche al testo concordate durante gli incontri tra l’amministrazione comunale e le associazioni di categoria. Adesso Confcommercio e Confesercenti esprimono preoccupazione per l’imminente scadenza perché sono molte le prescrizioni del vecchio regolamento che non convincono, a partire dall’obbligo di montare e smontare le strutture tra le ore 20 e l’1 di notte nel centro storico e nelle borgate marinare, «che non permette ai ristoratori di lavorare a pranzo».
«Chiediamo la differenziazione del sistema sanzionatorio tra chi è abusivo e chi è autorizzato – spiega Antonio Cottone, presidente Fipe Confcommercio Palermo – allo stato attuale non è così perché di fronte alla polizia municipale siamo tutti abusivi, Inoltre, chiediamo che il provvedimento di concessione per il suolo pubblico venga effettuato attraverso la trasmissione di una semplicissima Segnalazione certificata di inizio attività (Scia), la qual cosa permetterebbe di snellire ed accelerare l’iter burocratico. Apprezziamo – aggiunge Antonio Cottone – la buona volontà da parte di diversi consiglieri comunali che hanno mostrato di comprendere a fondo le ragioni delle imprese palermitane e che quindi si stanno adoperando per bruciare i tempi. Confidiamo nella sensibilità dell’Amministrazione comunale e del Consiglio comunale perché si arrivi quanto prima alla definizione del tanto agognato regolamento», conclude Cottone.
«Siamo in un situazione paradossale», gli fa eco la presidente di Confcommercio Palermo Patrizia Di Dio – perché proprio nell’anno di Palermo capitale della cultura, che rappresenta una occasione straordinaria, siamo arrivati in piena stagione di lavoro all’emergenza, con l’imminente scadenza a cui bisogna porre soluzioni. Intanto, nei mesi appena trascorsi è scattato il panico tra chi si occupa di ristorazione a vario titolo. Speriamo che entro il 30 aprile si possa finalmente avere il nuovo regolamento accelerare». In questi mesi, ricorda Di Dio «tutti abbiamo profuso il nostro impegno per dare un contributo al testo, adesso riteniamo che il Consiglio comunale debba fare la propria parte per dare risposte ai 1.690 pubblici esercizi e ai circa 7.000 operatori del settore che hanno bisogno di certezze sulle regole entro cui lavorare ed investire».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Confesercenti: «È da troppo tempo ormai che va avanti questa situazione – afferma Alfonso Zambito, presidente Fiepet Confesercenti – eravamo fiduciosi dopo aver incontrato insieme a Confcommercio e Confindustria il vicesindaco Marino e la sesta e la settima commissione e invece le nostre aspettative sono state disattese. Sembrava che si fosse arrivati all’epilogo di una vicenda che ormai è diventata una tragedia per gli imprenditori». L’incertezza sulle regole «ci fa vivere con angoscia e in continua emergenza». Una delle possibilità è che si possano adesso «trovare delle motivazioni per fare l’ennesima proroga ma ora davvero l’amministrazione deve dare delle risposte certe. La nostra preoccupazione è che ormai ci si sia ridotti a una mera bega politica per individuare chi si prenderà la responsabilità di apportare delle modifiche che sono assolutamente necessarie». Confesercenti aspetterà il 30 aprile, «anche se ormai siamo veramente scoraggiati e poi se non dovessero arrivare risposte torneremo alla carica per capire qual è ancora il problema è il perché non si arriva a una soluzione. Ci sono una serie di situazioni che si sono già affrontate ma non si sono ancora risolte. Siamo stanchi di aspettare bisogna trovare soluzioni. Gli imprenditori non sanno più cosa fare, rimaniamo basiti della continua assenza di chi deve prendersi le responsabilità».
Il vicesindaco Sergio Marino fa sapere che potrà dare delle risposte solo nelle prossime ore. Il Consiglio sta lavorando e la speranza è quella che arrivino provvedimenti entro il 30 aprile.