Torniamo a lanciare questo interrogativo perche', a nostro avviso, le polemiche di queste ore sollevate da crocetta contro il pd potrebbero annunciare qualche gesto clamoroso
Regione, situazione finanziaria al capolinea: verso lo scioglimento anticipato dell’Ars?
TORNIAMO A LANCIARE QUESTO INTERROGATIVO PERCHE’, A NOSTRO AVVISO, LE POLEMICHE DI QUESTE ORE SOLLEVATE DA CROCETTA CONTRO IL PD POTREBBERO ANNUNCIARE QUALCHE GESTO CLAMOROSO
In un’atmosfera politica surreale i vertici della Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars si sono autoconvocati, invitando il Governo di Rosario Crocetta a portare le ‘carte’ con i numeri a posto per avviare l’esame della legge sulle variazioni di Bilancio. E’ la manovra da 136 milioni di euro che dovrebbe servire per dare risposte, in ogni caso parziali, alla platea di soggetti che aspettano da mesi interventi in loro favore.
La confusione è somma, perché non è chiaro a che cosa potrebbe portare questa convocazione, se è vero che il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha già detto a chiare lettere che Sala d’Ercole tornerà a riunirsi dopo le elezioni europee, ovvero il 27 maggio. Con molta probabilità, l’autoconvocazione della Commissione Finanze è la risposta a Crocetta, che ha cercato di scaricare sull’Ars la responsabilità della manovra finanziaria bloccata.
Resta da capire con quali voti, la Commissione Finanze, dovrebbe approvare la manovra del Governo, alla luce delle roventi polemiche tra il presidente della Regione e il PD.
La situazione politica resta confusa. E’ probabile che, alle polemiche delle ultime ore tra il PD e Crocetta, non sia estranea la reale situazione finanziaria della Regione, che è decisamente più grave di quanto sembri.
Infatti, mentre la Commissione Finanze si autoconvoca, la Cgil siciliana – in verità con ritardo – si comincia a chiedere che cosa sta succedendo. Anche se quello che sta succedendo, in verità, è sotto gli occhi di tutti.
Come il nostro giornale scrive già da qualche settimana, sembra che la Corte dei Conti, quest’anno, non ne voglia sapere di ‘parificare’ il Bilancio regionale 2013. Sulla stessa lunghezza d’onda le notizie che arrivano da Roma, che descrivono i conti economici della Regione “non in ordine”.
A nostro modesto avviso, il presidente Crocetta deve aver subdorato qualcosa e potrebbe mettere nel conto l’ipotesi di anticipare le mosse della Corte dei Conti dimettendosi. Del resto, le polemiche piuttosto forti, contro il PD, potrebbero lasciar pensare a un presidente della Regione che non esclude lo scioglimento anticipato dell’Ars e una sua ricandidatura contro un PD che non lo ricandiderebbe mai e poi mai.
Non va dimenticato che anche il principale alleato di Crocetta, il senatore Giuseppe Lumia, non può certo sperare in una ricandidatura nel PD, che l’ha già escluso dalla lista per le elezioni europee. Lumia, Crocetta e i loro alleati – dentro e fuori il PD – potrebbero già aver avviato un percorso politico autonomo. Lo strumento ce l’hanno già: il Megafono, soggetto politico che è stato mantenuto in vita all’insegna dell’ambiguità.
Ovviamente, la nostra è solo un’ipotesi da prendere con le pinze. L’unico dato certo sono le condizioni finanziarie drammatiche della Regione. Con un Governo regionale che ieri sera – come riferiamo in altra parte del giornale – ha sostanzialmente abbandonato al proprio destino i circa mille e 800 dipendenti degli ex sportelli multifunzionali.
Crocetta, che è meno ingenuo di quanto sembri, si muove con abilità: ha rotto con il PD siciliano, ma tiene una porta aperta con il PD nazionale di Renzi. Il governatore dell’Isola sa benissimo che a far saltare i conti della Regione sono stati gli oltre 200 milioni di euro tolti dalla manovra sulle variazioni di bilancio e utilizzati per pagare gli ormai ‘celebri’ 80 euro voluti proprio dal Presidente del Consiglio. Ma è un’arma, questa, che Crocetta potrebbe utilizzare in un’eventuale campagna elettorale.
In questo scenario politico le opposizioni di centrodestra sembrano assenti. Forse perché concentrate sul voto di domenica prossima, quando si andrà a rinnovare il Parlamento europeo.
Un dato, comunque, resta certo: le condizioni finanziarie della Regione sembrano ormai aver imboccato la strada del non ritorno. Il miliardo e 250 milioni di euro scippati quest’anno da Roma alla Regione hanno fatto saltare i conti.
Così si fa strada una domanda che va ben al di là della vicenda del Governo Crocetta: non è che lo Stato centrale ha deciso di ‘affogare’ l’Autonomia siciliana togliendole le risorse finanziarie?