Ospiti di Lucia Annunziata, gli aspiranti alla presidenza si sono dati battaglia per la prima volta. Tema centrale quello degli impresentabili con Musumeci che ha provato a difendersi: «I nomi li ho letti sui giornali», e contrattaccare: «Cancelleri è abusivo». Battaglia a sinistra, mentre La Rosa se la prende con la giornalista
Regionali, su Rai 3 l’unico confronto tra i candidati Attacchi a Musumeci in difficoltà, sfida Micari-Fava
Alla fine Nello Musumeci ha ceduto. E ha fatto male. A una settimana esatta dal voto, il candidato del centrodestra ha accettato un confronto pubblico, che è andato in onda oggi pomeriggio su Rai3, nel programma In mezz’ora in più, di Lucia Annunziata: è stata lei a ospitare i cinque aspiranti alla presidenza della Regione. In un dibattito nel quale soprattutto Claudio Fava e Giancarlo Cancelleri non hanno perso l’occasione per attaccare Musumeci, in evidente difficoltà sul tema principe della campagna elettorale: gli impresentabili. «Sono stato il primo a porre il problema delle liste pulite», prova a difendersi lui. «Ma il problema non lo hai affrontato, non mentire alla tua gente», lo incalza Cancelleri che ha marcato a uomo Musumeci, sovrapponendosi spesso alle sue risposte, in un testa a testa che accompagnerà i siciliani fino al 6 novembre. Sfida nella sfida, quella dentro il centrosinistra, tra Fava e Fabrizio Micari, col rettore di Palermo che ha faticato non poco per inserirsi nel confronto, specialmente nei passaggi più accesi. Sullo sfondo l’indipendentista Roberto La Rosa, arrabbiato per il poco tempo concessogli dalla giornalista che lo ha malamente zittito – «Lei è così piccolo che se non fossi stata democratica non l’avrei neanche invitata» – per poi porgergli le sue scuse: «Sono sempre scortese ma il dibattito funziona così».
È stato Fava, sollecitato da Lucia Annunziata sul tema dell’antimafia e della legalità, il primo a fare nome e cognomi: quello di Riccardo Pellegrino, candidato di Forza Italia discusso per le sue parentele dirette con soggetti arrestati e imputati per mafia. «Uno che rimpiange gli idoli mafiosi. Che sia in lista è responsabilità della politica, non della magistratura. Tu – attacca – avresti dovuto decidere di non candidarlo». «Fava sa – replica il candidato del centrodestra – che Pellegrino è eticamente candidabile per le leggi dello Stato. Lui e tutti gli altri impresentabili non li vorrei, ma occorre modificare la legge su incandidabilità». È solo l’inizio del fuoco incrociato che piove su Musumeci. Cancelleri lo definisce «Ponzio Pilato» e gli ricorda «gli uomini di Cuffaro, Lombardo e Genovese» che fanno parte della sua coalizione. Micari tira dentro anche Salvini: «Pure nella sua lista ci sono impresentabili». La giornalista chiede in maniera secca: «Ha accettato compromessi?». Ed è qui che Musumeci si allontana dal mantra ripetuto per tutta la campagna elettorale per alzare il tiro: «I nomi dei candidati li ho letti come voi sui giornali», dice scatenando le accese reazioni degli altri candidati, in particolare di Cancelleri, già punto nel vivo, poco prima, da un guizzo di Musumeci in contrattacco: «L’unico impresentabile è Cancelleri. Lo dice la magistratura italiana: è un abusivo, ha commesso un falso per preparare le norme sulle primarie», dice riferendosi alla sentenza del tribunale di Palermo che ha congelato l’esito della consultazione online del Movimento 5 stelle, accogliendo il ricorso di un attivista. Il tema etico occupa gran parte della trasmissione e si conclude con la promessa di Musumeci di formare una squadra di governo «al di sopra di ogni sospetto», e con un salomonico Micari: «Pensate che questo dibattito interessi davvero ai siciliani?».
Poco spazio per i programmi. La descrizione della situazione attuale della Sicilia viene affidata alla lettura di alcuni dati – 237esima nell’indice per competitività regionale in Europa, 744mila siciliani residenti all’estero, 28mila dipendenti e 1.692 dirigenti – e alle riflessioni di due giornalisti: il palermitano Marcello Sorgi e il catanese Francesco Merlo. Prima, Annunziata dà la possibilità ai cinque candidati di presentarsi, invitandoli a riconoscersi un punto debole. Se La Rosa parla subito della sua fede «nell’autogoverno della Sicilia», ma di scarsa popolarità, Musumeci sottolinea la sua «onestà e intransigenza»; Cancelleri è l’unico a scendere sul personale e citare la sua compagna «amo Elena», per poi ammettere che a pesare «è il falso luogo comune che non siamo capaci di governare», mentre Micari torna sulla sua «competenza», e Fava si riconosce la scarsa propensione al sorriso e autodenuncia quello che in tanti pensano: «Scrivere lo considero il mio vero mestiere».
Sfida nella sfida, come detto, quella a sinistra tra Micari e Fava, con il governatore uscente Crocetta riferimento ingombrante. Con Micari che prima ne loda alcuni risultati – «il bilancio stabile e la sanità migliorata» – per poi precisare: «Io sono elemento di discontinuità». Non può mancare il riferimento al ponte sullo Stretto, su cui Micari ribadisce la sua apertura mentre Cancelleri sottolinea un no, motivato non da un pregiudizio a priori, ma perché «il vero ponte sullo Stretto sono le aree interne, andate a Troina, Nicosia e Mussomeli».
Chiusura sul tema delle future alleanze dal giorno dopo il voto. Annunziata rivolge la domanda a Cancelleri, ricordando la possibile convergenza su alcuni punti con Fava. Netto il candidato pentastellato: «Il Movimento 5 stelle non fa allenze, l’Ars non dà la fiducia al governo, mi presenterò al parlamento con dieci proposte, le persone di buona volontà potranno dare il loro voto positivo». Un assist che il candidato della sinistra sembra cogliere: «Le alleanze si costruiscono nel merito delle cose, non a tavolino».