La città del pistacchio spinge i colonnelli del Pd ed il ritrovato partito di Berlusconi davanti al partito del ministro Alfano e della dinastia politica al governo, sia con Renzi che con Gentiloni, con il sottosegretario all'Agricoltura. Nuccio Condorelli non riesce a seguire le orme dell'altro fedelissimo Nino D'Asero
Regionali, beffa Bronte per Firrarello e Castiglione Forza Italia, Pd e Leanza superano la lista alfaniani
Un accerchiamento che sa di resa, proprio lì dove le gioie elettorali di una vita avevano sempre trovato la sublimazione. Alternativa popolare molla su tutta la linea alle Regionali siciliane, mentre i circa mille voti raccolti dalla lista a Bronte sanno di beffa. Perché non bastano a sancire la supremazia elettorale del duo Pino Firrarello – Giuseppe Castiglione nemmeno in casa, dove gli alfaniani in ritirata si trovano stretti nella morsa del Pd e della ritrovata Forza Italia. Il Comune, a onor di cronaca, lo avevano già perso alle ultime Amministrative, quando Graziano Calanna, fedelissimo dell’ormai ex assessore regionale del Turismo Anthony Barbagallo, era diventato sindaco a scapito del firrarelliano Salvatore Gullotta. E proprio l’esponente del governo Crocetta sbanca la città del pistacchio, superando di poco più di 100 voti il rivale dem Luca Sammartino e ricevendo una spinta decisiva nella sfida per il secondo posto con il candidato dell’ala Cgil Angelo Villari.
Fanno ancor più rumore, così, quei sei voti che tolgono pure la palma del più votato in città a Nuccio Condorelli, il candidato alfaniano che sembrava destinato a raccogliere l’eredità di Nino D’Asero all’Ars. Il consigliere comunale Antonio Leanza, figlio dello scomparso onorevole e sindaco Turi, lo supera arrivando a 662 voti contro i suoi 656 dell’urologo firrareliano. Anche per Leanza comunque, candidato nella lista flop Micari presidente, nulla da fare. Sorride invece Barbagallo, dopo la tensione delle ultime settimane sfociata anche nell’azzeramento della giunta Calanna, confermando di non mollare la presa su una Bronte che, forse, ha ormai ben chiaro di trovarsi davanti al tramonto della famiglia che ne ha monopolizzato la vita politica per anni.
Alternativa popolare, il partito guidato dal ministro degli Esteri Alfano, pesca circa 600 voti in meno rispetto al Pdl del 2012, dove i più votati erano stati i candidati firrarelliani Pippo Limoli, Tiziana D’Anna e D’Asero. Le analisi, in casa del sottosegretario Castiglione e dell’ex senatore Firrarello, provano a guardare il bicchiere mezzo pieno, ma l’altro candidato di famiglia, Giovanni La Magna, arriva dietro tutti gli altri, superato in lista anche da Marco Forzese, schierato in Ap ma in quota Casini-D’Alia.
Sorridono anche dalle parti di Forza Italia: il partito azzurro supera gli alfaniani andando oltre i 1100 voti – Alfio Papale e Marco Falcone i più votati – mentre anche dalla vicina Maletto arriva l’eco di altri quasi 500 voti pescati, più di Ap ferma a 200 voti e più del Pd, a quota 360. Lusinghiero, infine, anche il risultato del Movimento 5 stelle, con 1844 voti e Francesco Cappello, il più votato per l’Ars tra i grillini del pistacchio, a quota 341 preferenze.