Non solo la nuova accusa a carico di Giuseppe Graviano e la perquisizione a casa di Bruno Contrada. L'inchiesta dei magistrati calabresi rispolvera alcune figure chiave delle indagini di mafia dell'ultimo trentennio
Reggio Calabria, attentati a carabinieri nel ’94 Tra gli indagati compare pure Faccia di mostro
Giovanni Aiello, ex agente di polizia ritenuto vicino ai Servizi Segreti e noto come faccia da mostro, è indagato dalla Procura di Reggio Calabria che ha coordinato l’inchiesta sui mandanti degli attentati ai danni dei carabinieri compiuti nel 1994 a Reggio Calabria, svelando la complicità nella strategia terroristico-mafiosa di Cosa nostra e ‘ndrangheta.
Aiello, che è entrato nelle indagini della Dda di Palermo più volte, ultima quella sull’omicidio mai risolto dell’agente Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio, è soprannominato faccia da mostro per la ferita che gli deturpa il volto. Nell’inchiesta reggina risponde di induzione a rendere dichiarazioni false all’autorità giudiziaria.
Secondo i pm di Reggio Calabria, che hanno individuato nei boss Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone i mandanti degli attentati, Aiello avrebbe costretto l’ex capitano dei carabinieri Saverio Spadaro Tracuzzi a mentire agli inquirenti sui suoi rapporti con lo stesso Aiello e sul suo ruolo nella ‘ndrangheta reggina. Il reato è aggravato dall’avere agevolato la ‘ndrangheta.
L’inchiesta della dda per l’omicidio Agostino, che vede coinvolti oltre ad Aiello e i boss Nino Madonia e Gaetano Scotto, è stata avocata dal pg di Palermo dopo la richiesta di archiviazione presentata dalla procura del capoluogo siciliano. Aiello resta però indagato dai pm di Palermo per associazione mafiosa.