Referendum, studenti contestano Faraone «Zittiti». Pd replica: «Parlato a sufficienza»

«Tu non sei nessuno». È così che si sarebbe sentito rispondere uno studente dell’Unione degli studenti di Messina, nel corso dell’incontro a sostegno del al referendum costituzionale, tenutosi al Palacultura, alla presenza del sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone e della viceministra allo Sviluppo economico Teresa Bellanova. A rivolgersi con queste parole sarebbe stato il commissario provinciale del Partito democratico Ernesto Carbone.

La delegazione degli studenti, che sostiene il voto contrario alla
riforma costituzionale sostenuta dal governo Renzi, sostiene di non aver avuto la possibilità di intervenire così come precedente promesso dagli esponenti del Pd. «Nella terra in cui a Peppino Impastato gridavano Sei nuddu miscatu cu nenti non si può accettare che allo stesso modo ci venga risposto oggi – dichiarano – davanti a una sala mezza vuota negandoci di intervenire». Carbone, nello specifico, avrebbe prima detto «lei è viceministra, tu non sei nessuno» e poi «adesso fai parlare i grandi, dopo parli tu».

Secondo uno dei portavoce degli studenti,
Giuseppe Ialacqua, durante il dibattito un militante sarebbe stato aggredito con urla da un sostenitore del Pd. «Anche se va detto che subito sono intervenuti altri esponenti a calmarlo», specifica. A essere denunciata è anche la superficialità con cui la platea ha risposto all’intervento dei giovani. «La consigliera comunale del Pd, che prima ci ha assicurato l’intervento per poi ridurlo a un minuto e mezzo a fronte dei quasi 25 della viceministra, di fatto ha invitato la sala a svuotarsi mentre parlavamo», conclude.

La ricostruzione fatta dall’associazione studentesca è smentita da Carbone. «Aggressione? Ma non scherziamo, non è accaduto nulla di tutto ciò», dichiara il commissario provinciale del Pd a MeridioNews. Carbone rimanda poi al mittente l’accusa di aver silenziato il dissenso. «Il giovane ha parlato, in altri contesti non glielo avrebbero concesso – prosegue -. Gli è stata data la parola ma non gli bastava. Avrebbe voluto parlare lo stesso tempo della viceministra. E questo non era possibile». Sull’aver fatto pesare la questione anagrafica in merito al diritto di intervento, Carbone spiega di aver detto allo studente «che sarebbe dovuto ritornare a scuola perché i cartelli erano grammaticalmente scorretti».


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