La fila agli sportelli, paventata nei giorni scorsi, non c'è stata. Merito, forse, della procedura che consente anche di recarsi alle poste per effettuare la richiesta o di fare la domanda addirittura online. Le storie di chi era in coda, tra disoccupazione e speranze
Reddito cittadinanza, partenza in sordina nei Caf «Non c’è stata quella ressa che ci aspettavamo»
«Se in qualche altro caf lo fanno regolarmente avvisateci, che noi ci spostiamo». Lo dice ridendo, Francesca, ma un tic sul suo viso tradisce un po’ di nervosismo. Se ne sta seduta da un’ora e mezza nella sala d’attesa del caf di Falsomiele e, prima ancora dell’apertura degli uffici, era stata una di quelle persone che in notturna si era armata di buona volontà per andare a scrivere il suo nome nel foglio bianco appeso sulla saracinesca, per mettersi a turno. Ma alle 9 l’amara sorpresa: «Oggi no reddito di cittadinanza / Manca il programma», è la scritta aggiunto a penna da un operatore, sotto ai nomi delle persone, già arrivati a 37. «Potrebbe anche arrivare domani, dipende da quando ce lo mandano, non è dipeso da noi», spiega un funzionario che lavora allo sportello. «Almeno per i caf, alle poste già lo fanno – spiega -. Ma tanto c’è tempo fino al 15 aprile per fare la domandina». In molti, quindi, hanno rinunciato per tentare da qualche altra parte o per riprovare nei prossimi giorni. Qualcun altro invece, come Francesca, ha deciso di rimanere per approfittarne e chiedere ulteriori informazioni utili. «Comunque si sapeva che finiva così oggi, lo aveva già detto giorni fa», vociferano alcune donne, anche loro in attesa. Ma evidentemente non tutti, in zona, sapevano di questo dettaglio.
Un caso che sembra comunque isolato, quello di Falsomiele, a dispetto di tanti altri uffici che da questa mattina stanno lavorando regolarmente. E senza dover far fronte alla calca ipotizzata fino a ieri, anzi. Potremmo parlare di una partenza in sordina per il reddito di cittadinanza a Palermo. La temuta ressa agli sportelli del caf, paventata nei giorni scorsi, non c’è stata, in quella come in molte altre zone della città. Almeno nelle prime ore del mattino. Merito, forse, della procedura che consente anche di recarsi alle poste per effettuare la richiesta o di fare la domanda addirittura online. O dal fatto che alcuni si iscrivono nelle liste fisiche e, nell’attesa, si allontanano per sbrigare altre faccende. Come in via Filippo Juvara dove già dalle nove sono almeno una decina le persone iscritte, ma sedute in sala nemmeno la metà. Più affollato si presenta a poca distanza il caf di via Re Federico, dove fin dalle otto una coda si era formata all’ingresso ancora chiuso. E dentro, ora, sono una trentina le persone in attesa per il sussidio. «Anche noi ci aspettavamo molta più folla – rivela Maria, una delle dipendente – soprattutto nell’ultimo mese siamo stati presi d’assalto. Forse perché in molti scelgono di presentare la richiesta negli uffici postali, così possiamo dividerci il carico di lavoro».
In fila per il reddito c’è anche Giovanni, 47 anni, disoccupato come la moglie, e con due figli a carico, di 15 e 23 anni che ancora studiano. «Prima facevo il fattorino per un’azienda – racconta – Poi tre anni fa è fallita, ho perso il lavoro e a dicembre è scaduta anche la cassa integrazione. Da allora sono disoccupato e così ho fatto domanda». Via internet? «Sul sito ho caricato i moduli necessari però da ieri è bloccato – racconta – è impossibile accedere e se si riesce ad entrare dopo alcuni secondi la piattaforma si blocca». Poco distante, al patronato in via Villa Fillippina alle 9 non c’è ancora nessuno, «forse perché abbiamo aperto da poco», ammette l’operatrice Rosa. Confessa che anche lei si aspettava più affluenza e, ipotizza, forse «dipende dal fatto che i destinatari della misura possiedono anche la carta rei e ora aspettano che si esaurisca. Mentre ieri abbiamo ricevuto decine di telefonate di persone interessate». Come Emilia, 77 anni, vedova, la prima ad arrivare: lei, in realtà, ha fatto richiesta per la pensione di cittadinanza. Online? «No, troppo complicato per me – riconosce imbarazzata – al patronato è stato molto più semplice. Io vivo da sola e percepisco la pensione minima, e spero proprio che questi soldi in più mi faranno comodo». Dalle parti di piazza Indipendenza un caf, ancora chiuso poco prima dell’apertura al pubblico, espone il cartello con la scritta «domande per il reddito / pensione di cittadinanza saranno trasmesse l’11 marzo», segno che forse qualche difficoltà c’è stata. Anche negli uffici postali la situazione appare tranquilla.
In via Brunetto Latini poco prima delle dieci ci sono appena cinque persone in coda: il tabellone prevede una voce specifica per il turno. Una ragazza con il numero 8 si avvicina allo sportello e l’addetta si offre di aiutarla a compilare il modulo. Al patronato in via Salita Partanna, nei pressi di piazza Marina, invece, la sala è piena «ma alcuni sono qui per il modulo Isee, altri per il reddito di cittadinanza», rivela Gino Ridulfo, responsabile Caf della Cgil Palermo. «Stamattina abbiamo trovato una decina persone in fila e ora, a turno, sono poco più della metà. Anche noi eravamo preoccupati di trovarne molte di più ma, per fortuna, non sono tali da mandare in tilt gli uffici». In centro come in periferia, del resto. Lo scenario, infatti, si presenta identico in diversi caf della città, dalla zona del Tribunale a seguire fino alla stazione centrale. In via Oreto, ad esempio, sono solo 19 i nomi scritti sulla lista a un’ora dall’apertura degli uffici. E non sono nemmeno tutti quelli che devono fare domanda per il reddito di cittadinanza. «Io sono venuto con comodo, solo mezzora prima che aprissero gli uffici, e prima di me in un foglio attaccato sulla porta c’erano scritte solo tre persone». Quasi non ci credeva, questo sessantenne che a breve potrà entrare per sbrigare tutto. «Qua il programma c’è, lo hanno detto stamattina, quindi possono fare tutto – racconta -, anzi che non c’è nessuno praticamente, tutto normale».
«Io sono disoccupato – torna a dire -. Ho fatto dei lavoretti saltuari, ma per il momento non c’è niente. E da poco sono anche vedovo, praticamente sono solo, in qualche modo devo tirare avanti. Per me questa proposta è una manna dal cielo, non tanto per i soldi, ma perché spero di trovare un lavoro e potermelo tenere. Speriamo che i soliti furbetti non se ne approfittino mandando tutto a monte, io di cose così ne ho davvero bisogno». Sembra insomma che, almeno a giudicare dalla partenza di questa mattina, stia andando tutto liscio come l’olio, e i primi ad esserne rimasti stupiti sono proprio i palermitani. Difficoltà? «Nessuna, i programmi con il modulo della domanda hanno funzionato a dovere – ribadisce ancora Gino Ridulfo – Più tardi faremo una riunione per far il resoconto di questa mattinata, per capire se ci sono state criticità».