Un piccolo miglioramento che lascia comunque l’amaro in bocca. È quello raggiunto dalla Sicilia nella graduatoria stilata nel rapporto Amministratori sotto tiro di Avviso Pubblico. Sotto la lente d’ingrandimento i casi di atti intimidatori, minacce e violenze contro sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali e dipendenti della pubblica amministrazione. Nel 2023 gli episodi […]
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Nel 2023 la Sicilia è la terza regione con più amministratori pubblici minacciati
Un piccolo miglioramento che lascia comunque l’amaro in bocca. È quello raggiunto dalla Sicilia nella graduatoria stilata nel rapporto Amministratori sotto tiro di Avviso Pubblico. Sotto la lente d’ingrandimento i casi di atti intimidatori, minacce e violenze contro sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali e dipendenti della pubblica amministrazione. Nel 2023 gli episodi di questo genere sono stati in tutto 315, con una media di un caso ogni 28 ore. Si tratta del dato più basso dal 2011 a livello nazionale, mentre il picco venne registrato nel 2018 quando gli episodi erano stati addirittura 574. Il territorio con il numero più elevato di intimidazioni – 51 – è quello della Campania. A seguire ci sono Calabria e Sicilia, rispettivamente a 39 e 35. Per l’Isola si tratta comunque di un piccolo miglioramento se si pensa che nel 2022 i casi registrati erano stati 50.
Per la prima volta nei rapporti Amministratori sotto tiro le minacce verbali e le telefonate minatorie risultano essere le tipologie di minaccia più utilizzata a livello nazionale (17 per cento dei casi), seguita da incendi (15 per cento, in leggero calo), invio di lettere, biglietti e messaggi minatori (14,5 per cento, stabile) e l’utilizzo dei social network (13 per cento, in aumento). A livello provinciale, in Sicilia, a guidare la classifica è la provincia di Palermo con 12 casi registrati, c’è poi Catania e Agrigento con 8 e 7 episodi di intimidazioni. La graduatoria è completata da Trapani (3), Siracusa (2), Messina (2) e Ragusa (1).
Tra i casi più eclatanti del 2023 c’è quello avvenuto a Terrasini, in provincia di Palermo. In quell’occasione un uomo, alla quale era stata data notizia della revoca del reddito di cittadinanza. fece irruzione nella stanza del sindaco, cospargendola di benzina e minacciando di dare fuoco a tutto. A Messina, invece, il comandante della polizia locale, Giovanni Giardina, è stato aggredito da due uomini durante un controllo contro gli ambulanti non in regolare. L’agente venne brutalmente percosso con una tenaglia. Il 17 settembre 2023 il capo dell’ufficio tecnico di Villabate venne aggredito da un commerciante per una questione inerente il rilascio di un’autorizzazione.
In 14 anni di raccolta dati Avviso Pubblico ha censito sul territorio nazionale 5.388 atti intimidatori, di minaccia e violenza nei confronti degli amministratori locali e del personale della pubblica amministrazione che lavora in Italia. La media è di 385 intimidazioni l’anno, 32 ogni mese, una al giorno. Le quattro regioni in cui sono nate le mafie storiche – Sicilia, Calabria, Campania e Puglia – hanno fatto registrare 3.110 casi dal 2010 al 2023, il 58 per cento del totale nazionale. La prima regione è proprio la Sicilia con 862 casi registrati in questi 14 anni di raccolta dati da parte dell’associazione nata nel 1996 per riunire gli amministratori pubblici che si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica.