Mentre imperversa la polemica sulla mancata votazione dell'adeguamento delle tariffe, con il solito quadro politico frammentato, la raccolta procede a singhiozzo, con cumuli di spazzatura sparsi tra periferie e centro
Rap: Tari non aumena, ma emergenza è già realtà Periferie invase dai rifiuti, stop a turni differenziata
Il costo della Tari – forse – non aumenterà come invece era stato preventivato dall’amministrazione comunale. Il Consiglio, dove Orlando non ha ormai da tempo una maggioranza, non ha approvato la delibera per sistemare le casse della Rap, la partecipata che si occupa della gestione dei rifiuti a Palermo. In città si continua a parlare del rischio di una nuova emergenza spazzatura, un timore che in realtà somiglia molto alla realtà, visto che le strade sono già affollate di rifiuti di ogni genere. Il turno della raccolta della plastica saltato lo scorso mercoledì fa sì che da giorni le strade del lotto di Palermo Differenzia 2, che comprende la centralissima area Politeama, siano costellate di sacchi pieni di bottiglie, lattine e quant’altro, mentre la situazione è ancora peggiore in quelle zone in cui la differenziata non è ancora arrivata: a Brancaccio i rifiuti non solo traboccano dai bidoni, ma creano vere e proprie colline. Stessa cosa nelle periferie. Traboccanti anche i punti su via Ernesto Basile, i preferiti di quei residenti oltre i confini cittadini che preferiscono portarsi dietro la spazzatura da casa per evitare la scocciatura di differenziare.
E sullo sfondo resta la grandissima incertezza sul destino di Rap. A Sala delle Lapidi il clima teso ha messo definitivamente la parola fine sulla possibilità di incassare grazie alla Tari i soldi (circa una ventina di milioni in più rispetto all’esercizio precedente) che sarebbero serviti per coprire il fabbisogno del 2021, inclusi gli extracosti, che invece sono stati spalmati sul 2022 e 2023, rinviando soltanto lo spauracchio dei rincari. Si tenterà invece di recuperare con un apposito emendamento almeno l’altra delibera andata in fumo, quella che prevedeva un anticipo di 16 milioni da dividere per tutte le partecipate, Rap inclusa. E mentre da una parte dello schieramento, quello che ormai costituisce la maggioranza, si canta vittoria e si parla di «aumento scongiurato», dall’altra si grida al tentativo di far fallire Rap per dare la gestione dei rifiuti in pasto ai privati.
«Confermo la volontà e l’esigenza di garantire la natura pubblica del servizio rifiuti e stimolarne l’efficienza disponendo delle risorse necessarie – le parole di Leoluca Orlando – Ritengo fondamentale evitare destabilizzanti aumenti ballerini della Tari. L’amministrazione comunale, nonostante tutto e nonostante taluni, si impegnerà sempre facendo il possibile per mettere in sicurezza il necessario funzionamento e svolgimento del servizio». Gli fa eco l’assessore Sergio Marino, con delega ai Rapporti con Rap, che punta il dito sul Consiglio: «Si è deciso di non decidere – dice – Nonostante un lungo ed acceso dibattito, a fronte delle ripetute considerazioni fornite dal segretario generale, dal ragioniere generale e dal collegio dei revisori, circa le refluenze di una mancata decisione sugli atti proposti, alla fine ci si trova in una situazione paradossale che certamente non viene incontro alle, pur comprensibili, esigenze della città. Non so se quanto avvenuto sia recuperabile ma da parte nostra faremo quanto è nelle nostre possibilità per evitare un danno irrecuperabile al Comune e, quindi, ai cittadini. Mi auguro ci siano le condizioni perché si possa riprendere un dialogo che anche i consiglieri comunali che sostengono la giunta avevano pure individuato per ridurre gli aumenti nel 2021. Gravare gli extracosti sostenuti da Rap solo sul 2022 e 2023 certamente oggi aiuta i cittadini ma domani appesantirà il prelievo a carico degli stessi».
Non perde l’occasione di sferrare il suo attacco Italia Viva, che dà la colpa a «un’amministrazione distratta e arrogante, incapace di garantire i servizi e di rassicurare i lavoratori». Affermazioni per cui non si è fatta attendere la replica di Sinistra Comune: «Il partito di Italia Viva si è contraddistinto per ipocrisia, sabotando l’approvazione di un atto redatto mentre al governo di Rap, per ben quattro anni, c’era un suo esponente, e non sarà certo l’insensato comportamento di ieri a far venire meno le responsabilità sullo stato in cui versa l’azienda e sui pessimi risultati conseguiti».
«I disastri dell’azienda nella gestione dei rifiuti, compresi questi ultimi giorni di gravissima assenza nel servizio di raccolta, causa di accumulo di immondizia – continuano Evola e compagni – nulla c’entrano con la necessità di coprire i costi di smaltimento – in gran parte responsabilità regionale – razionalizzando gli inevitabili aumenti nella tariffa: a chi interessa lasciare il servizio di raccolta in un limbo da cui non sappiamo a quale costo e condizione verremo fuori?». E mentre Igor Gelarda, capogruppo della Lega, parla di «tentativo sventato di aumentare le tariffe della Tari», Avanti Insieme risponde ancora puntando il dito contro Italia Viva. Insomma, l’ennesimo caos il cui conto da pagare potrebbe alla fine ricadere sulle spalle dei palermitani.