Il capo della Procura iblea, Carmelo Petralia, conferma l'ipotesi che vede all'origine delle intimidazioni alla pm le indagini sulle cosche attive nella città ipparina. Tra cui quelle relative al mercato ortofrutticolo e a danni ambientali legati allo smaltimento delle coperture usate nelle serre. Assegnata la scorta
Ragusa, minacciata la magistrata Valentina Botti Procuratore: «Inchieste sulla criminalità di Vittoria»
«È verosimile che all’origine dell’aggressione possano esserci inchieste sulla criminalità attiva a Vittoria». A parlare delle intimidazioni alla magistrata Valentina Botti è il procuratore capo di Ragusa, Carmelo Petralia, che conferma le voci sull’identità della pm minacciata da ignoti poco dopo essere uscita dal palazzo di giustizia iblea. Gli episodi risalgono a diverse settimane fa. «Sono vicende di circa un mese fa – continua Petralia -. Sono state prese le misure di protezione che spettano in questi casi».
A indagare sull’episodio è la Procura di Catania. Nonostante non ci siano ancora informazioni certe sui motivi all’origine di minacce, la pista più battuta sarebbe quella legata alle inchieste riguardanti la città ipparina, e nello specifico sui danni ambientali legati allo smaltimento delle coperture plastificate utilizzate nelle serre e sugli interessi delle cosche locali sul mercato ortofrutticolo.
Tra i primi a commentare la vicenda, il senatore del Movimento 5 stelle, Mario Giarrusso: «Vittoria per troppo tempo è stata considerata come una terra franca dove tutto poteva accadere – dichiara -. Dobbiamo assicurare la massima protezione al magistrato affinché possa continuare a svolgere in tranquillità il proprio lavoro, per questa ragione proporrò il caso sia in commissione Antimafia che direttamente ai ministri degli Interni e della Giustizia».