Rosario Cintolo sarebbe sotto inchiesta con l’accusa di aver distratto fondi destinati alla Scuola regionale dello sport. La replica: «La gestione del conto corrente è stata trasparente e tutti ne erano a conoscenza. È vero, la struttura non funziona come prima, ma da sei anni la Regione non manda soldi»
Ragusa, indagato l’ex presidente del Coni La difesa: «Mai usato soldi a fini personali»
Un’ombra si allunga sul presidente storico del Coni provinciale di Ragusa, Rosario Cintolo, che sarebbe sotto inchiesta con l’accusa di essersi appropriato illecitamente dei fondi destinati alla Scuola dello Sport e alla gestione del relativo conto corrente. La denuncia, stando a quanto riportato dall’agenzia stampa Ansa, è partita dal presidente dell’istituto di vigilanza del comitato olimpico nazionale, Marco Befera, che ha inviato un esposto alla Procura di Ragusa e alla Corte dei Conti per avviare delle indagini sulla gestione del conto corrente dell’ente ragusano. Ai vertici del Coni di Ragusa si contesterebbe l’apertura di un conto corrente in cui transitavano i finanziamenti della regione siciliana a favore della Scuola Regionale dello Sport di cui lo stesso Coni nazionale non aveva conoscenza. A seguito di questa verifica contabile-amministrativa nei giorni scorsi il presidente del Comitato regionale, Sergio D’Antoni, aveva revocato Cintolo dall’incarico di delegato provinciale di Ragusa.
Dal canto suo l’ex presidente, meglio conosciuto con il nome di Sasà, che da circa trent’anni regge le fila dello sport istituzionale ibleo, dice di avere appreso la notizia dalla stampa e di non essere stato ancora informato formalmente dell’apertura delle indagini da parte della magistratura e, allo stesso tempo, difende il suo operato. «Si tratta di un conto corrente assolutamente trasparente e conosciuto e la cui creazione risale ad anni fa, quando, in accordo con le autorità regionali, si diede vita a questo budget da usare per le esigenze della Scuola. Ricordo – continua – che una legge della Regione siciliana del 2001 specificava che quei fondi potevano essere spesi per tutto quanto riguardava la gestione della Scuola regionale dello sport. Ciò che mi dispiace di più è che abbiano potuto supporre che io abbia speso questi fondi per cose mie personali, ma è inammissibile». Quindi Cintolo aggiunge alla sua difesa un motivo di natura amministrativa. «Da presidente del Coni – spiega – io ho ricoperto un ruolo per così dire politico quindi, per quanto riguarda le spese, avrebbero dovuto chiedere chiarimenti ai contabili e ai segretari. Ad ogni modo – aggiunge l’ex presidente provinciale del Coni – ancora non sono stato chiamato dalla magistratura, ma se sarò convocato sarò lieto di dare tutte le spiegazioni del caso».
I rapporti tra Sasà Cintolo e i vertici regionali del Coni si sono inclinati da circa due anni, proprio a causa della Scuola regionale dello sport, una struttura imponente che, però, non è mai decollata del tutto. Quando D’Antoni fu nominato presidente regionale del Coni, fu avanzata l’ipotesi che la scuola regionale potesse essere dirottata verso Palermo, una notizia che provocò subito la reazione di Cintolo e dei parlamentari ragusani che riuscirono a fermare ogni tentativo di dismissione della struttura. «È vero – dichiara ancora Cintolo – da un po’ di tempo la Scuola non brilla più, ma è anche vero che da circa sei anni dalla Regione non arriva nemmeno un euro per questa struttura che sarebbe dovuta diventare l’orgoglio dell’intera Isola». Insomma, secondo l’ex presidente del Coni ragusano, anche se non lo dice in maniera esplicita, il commissariamento del Coni e la lettera alla magistratura, sarebbero delle mosse studiate per delegittimare i vertici ragusani e privare la provincia della Scuola.