Una strada attesa da decenni che, con ogni probabilità, si farà attendere ancora diversi anni. Si tratta del raddoppio della Ragusa-Catania, una delle opere strategiche della Sicilia orientale appaltata per quasi due miliardi di euro. Nelle ultime settimane a finire sotto la lente d’ingrandimento è stato il lotto 3 e i suoi 18 chilometri. Cantiere […]
Foto di Rizzani de Eccher
La Ragusa-Catania e i lavori nel lotto 3 (quasi) fermi. «Serve un tavolo di crisi per risolvere la situazione»
Una strada attesa da decenni che, con ogni probabilità, si farà attendere ancora diversi anni. Si tratta del raddoppio della Ragusa-Catania, una delle opere strategiche della Sicilia orientale appaltata per quasi due miliardi di euro. Nelle ultime settimane a finire sotto la lente d’ingrandimento è stato il lotto 3 e i suoi 18 chilometri. Cantiere che, secondo gli ultimi dati diffusi da Anas, è appena al 3,13 per cento dello stato d’avanzamento dei lavori. A occuparsene è il consorzio di scopo Achates, composto da Rizzani de Eccher, con sede in provincia di Udine, e da Manelli impresa, con base a Monopoli, in provincia di Bari.
Gli altri lotti, tutti aggiudicati a fine 2023, non viaggiano certo a gonfie vele, anche considerando la scadenza di fine 2026. Il lotto 1, appaltato alla Webuild, è a poco più del 14 per cento. Il progresso più regolare è quello del secondo lotto, appaltato alla ICM di Vicenza del gruppo Maltauro, arrivato al 26 per cento. Quattro punti percentuale in meno per il lotto 4, che si attesa al 22 per cento. In quest’ultimo è impegnato un raggruppamento temporaneo d’imprese formato da Cosedil, Fincantieri Infrastructure e D’Agostino Costruzioni. Nota per avere acquistato in passato il colosso della costruzioni Tecnis.
Cosa succede nel lotto 3 della Ragusa-Catania
Il lotto 3, ricadente tra i territori di Vizzini, Licodia Eubea, Grammichele e la parte siracusana di Francoforte è stato aggiudicato per un importo a base d’asta di 235mila euro e prevedeva una durata per la realizzazione dei lavori pari a 1095 giorni, comprensivi di 195 giorni per andamento stagionale sfavorevole. I motivi di questo ritardo non sono chiari e non è detto che possa esserci solo la crisi economica che interessa le società Rizzani de Eccher e Manelli.

Rizzani de Eccher è l’azienda capofila del consorzio impegnato sulla Ragusa-Catania ma anche in quello denominato Chrysas che lavora nei pressi di Enna e Catenanuova, per il raddoppio ferroviario della Catania-Palermo. Un dettaglio da non sottovalutare. «Da quello che abbiamo appreso, dal cantiere della Ragusa Catania è uscita Rizzani, cedendo le quote del consorzio a Manelli – spiega a MeridioNews Dario Gulisano, segretario Fillea Cgil Catania-Caltagirone – Quest’ultima ha fatto lo stesso sui lavori del raddoppio ferroviario, lasciando le proprie quote a Rizzani». Uno scambio di quota che deve essere letto insieme a una ulteriore novità. «Nei giorni scorsi la Nuova CMC ha inoltre preso in affitto, per 24 mesi, il ramo d’azienda di Manelli – spiega – Un passaggio preliminare che poi dovrebbe portare all’acquisizione della stessa azienda di Monopoli».
Le richieste dei sindacati
«I lavoratori impegnati nei cantieri nell’appalto del lotto 3 della Ragusa-Catania sono circa 50 – spiega il sindacalista – Inizialmente, quando c’è stato il passaggio da Manelli a Rizzani, la prima ci aveva comunicato che dieci lavoratori con contratto a termine non sarebbero stati rinnovati. Noi, come Cgil, insieme a Cisl e Uil abbiamo proclamato lo stato d’agitazione e lo sciopero. I contratti prima sono stati prolungati di un mese e ora sono stati stabilizzati. Adesso – aggiunge – bisognerà stabilire cosa succederà nei prossimi mesi, in un periodo di transizione in cui dovrebbero anche essere definite le responsabilità».
Le richieste dei sindacati sono precise: «Noi chiediamo che la situazione venga affrontata dagli organismi competenti, dal presidente della Regione Renato Schifani, passando per Anas e gli organi prefettizi. Vogliamo che tutti intervengano con l’apertura di un tavolo di crisi per capire come risolvere la situazione. Anche perché è una strada già pericolosa ma che adesso rischia di esserlo ancora di più a causa dei tanti mezzi pesanti impegnati nei lavori».