DOPO AVER FATTO CREDERE MARI E MONTI A QUESTI LAVORATORI, I GOVERNANTI DELLA SICILIA NON SANNO COSA FARE. PRENDONO TEMPO. LO STESSO ASSESSORE AL LAVORO, GIUSEPPE BRUNO, IN MENO DI UN MESE, HA GIA’ CAMBIATO OPINIONE TRE O QUATTRO VOLTE…
Tra voltagabbana e mistificatori sincattivisce il clima intorno alla vertenza sul futuro di mille e 754 operatori dei Servizi formativi. In un clima reso rovente dalle risposte che non arrivano e dal carico di inadeguatezza del Governo e dellAmministrazione regionale, circolano, forse ad arte, voci sul fatto che gli enti formativi si sarebbero tirati fuori dalla responsabilità di farsi carico di tutti i lavoratori attraverso la gestione di alcune delle azioni contenute nel piano Youth Guarantee.
Qualcuno si è spinto oltre, immaginando che dalle colonne di questo giornale sia partita una sorta di crociata a sostegno del rientro degli enti formativi nella gestione delle risorse comunitarie e del personale nella filiera dellorientamento. Parole ostili che alimentano discordia e tensione inutile.
Cominciamo col riferire, secondo quanto raccolto da indiscrezioni, che lAmministrazione regionale si sarebbe resa conto dopo sei mesi che il progetto della Youth Guarantee va a rimborso. Non avendo alcuna funzione da assegnare, ma solamente opportunità da conferire, dallAmministrazione regionale hanno dovuto prendere atto che il Ciapi può fare solo contratti a progetto.
Vista la protesta di piazza, il malessere dei lavoratori, che si sono sentiti ancora una volta presi per i fondelli, dai piani alti dei ‘Palazzi’ del potere governativo hanno cercato di coinvolgere come utili idioti gli enti formativi, dando per scontato il loro rifiuto a farsi carico di tutti i mille e 754 operatori.
Tutto poteva immaginare la dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale tutto-fare alla guida dei dipartimenti Lavoro e Formazione professionale in Sicilia,tranne che Forma Sicilia, in quarantotto ore, avesse la capacità di confezionare un piano industriale il cui costo, fatte le debite proporzioni sulla copertura temporale che passerebbe dai sei mesi a diciannove, sarebbe previsto in un importo minore della spesa sostenuta dal Governo regionale per il progetto Spartacus. E per giunta avere le necessarie disponibilità bancarie per anticipare, per circa diciannove mesi, gli stipendi a tutti, e diconsi tutti, gli operatori della catena interessata. Ebbene, pare che tutto ciò dato fastidio.
È bastato fare filtrare a qualche parte sindacale questo semplice intendimento per far saltare il banco, dopo aver verificato che il progetto era tuttaltro che infondato. A questo punto il tavolo è ritornato ad essere lattore protagonista della Sala Blu di Palazzo dOrleans, sede del Governo regionale. Luogo prediletto dal dirigente generale tutto-fare che non ha fatto parlare nessuno. Pare che lo Spirito Santo sia andato a visitarla per dirgli che con quei diavoli degli enti di Formazione professionale la dottoressa Corsello deve avere niente a che spartire.
Non sarebbero state sufficienti, secondo le citate indiscrezioni raccolte, neanche le più timide osservazione di qualche ente non allineato. Anche perché lassessore al Lavoro, Giuseppe Bruno, che officiava, chiamato così per distinguerlo, come riferito ironicamente da alcuni osservatori, dal suo predecessore notoriamente biondo, non avrebbe opposto alcuna obiezione al fatto che lo Spirito Santo invece di andare a trovare i preti, che dovrebbero dire la messa, sintratterrebbe con sacrestani che hanno il compito di suonare le campane.
A questo punto aspettiamo il settimo cambio di rotta in un mese dellassessore Bruno che in materia di coerenza nellindirizzo politico sta assolutamente travolgendo il suo collega alleconomia, Roberto Agnello, ed incalza da vicino il presidente della Regione, Rosario Crocetta.
La verità è che è trascorso quasi un mese dalla scadenza del progetto Spartacus dello scorso 22 aprile ed ancora echeggiano le parole di rasserenamento del Governo e dellamministrazione regionale circa la prosecuzione senza interruzioni dellimpegno degli ex sportellisti presso il Ciapi.
Gli stessi lavoratori hanno maturato, chissà perché, laspettativa di un posto di lavoro certo, finalmente, e magari para regionale, se non addirittura regionale. Se questo è lintendimento che ben venga e il presidente Crocetta lo annunci in una delle tante conferenze stampa che sforna a livello industriale. Che lo dica con orgoglio perché i mille e 754 operatori sono professionisti del settore, preparati e operosi. Lo dica oppure chiarisca il progetto per il futuro, che non deve tradursi nella soluzione tampone per un solo anno.
Investire guardando al futuro significa stabilire adesso il percorso di garanzia dei livelli occupazionali e di erogazione dei Servizi formativi allinterno della riorganizzazione del mercato del lavoro.
Del resto, lesempio dato dalla politica del passato con lavoratori socialmente utili, Asu ed altre categorie traslati a tempo indeterminato negli uffici pubblici aveva alimentato una lecita e legittima speranza di un futuro diverso e migliore. Oggi il quadro di riferimento è un altro.
Tutti gli impegni assunti dal Governo regionale con i sindacati sin dai primi del mese di giugno del 2013 non sono stati rispettati. Laccordo del 26 settembre 2013 che fine ha fatto? Le intese successive con i sindacati a cosa cono servite? Oggi il clima è infuocato perché chi ha responsabilità sullo sfacelo al quale assistiamo si sforza di cambiare le carte in tavola nel convincimento di spostare il bilancino della verità.
In questo momento, più che mai nel passato, tutti coloro che hanno un ruolo rappresentativo hanno il dovere di abbassare i toni e operare, sotterrando le parole fine a se stesse che non hanno mai prodotto alcun atti giuridico o amministrativo vincolante.
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