L'idea è nata nel 2013 a Giuseppe Di Blasi. L'approccio amatoriale - anche se in cantiere c'è la frequentazione di una scuola di cinema - ha coinvolto i ragazzi del quartiere messinese. Tra gli argomenti affrontati nei cortometraggi prodotti il consumo di stupefacenti e la ribellione alle violenze di genere
Ragazzi in corto, cinema per coinvolgere giovani di Camaro «Proviamo a sensibilizzare le persone su temi importanti»
Ragazzi in corto è il nome di un gruppo, composto da giovani messinesi nel quartiere di Camaro San Luigi nel 2013. A idearlo è stato Giuseppe Di Blasi, 34 anni, laureato in scienze enogastronomica ma con una passione particolare. Dopo avere insegnato per qualche tempo come docente precario, adesso fa il cuoco per mantenere vivi i suoi sogni e a settembre si iscriverà alla scuola di cinema a Palermo.
Per Di Blasi, la cinepresa è uno strumento per parlare di argomenti delicati. «Era mia intenzione attraverso l’utilizzo dei cortometraggi sensibilizzare la società su tematiche importanti come la droga». Nasce proprio così, con i primi ragazzi che hanno fatto parte del gruppo, il cortometraggio dal titolo Volere è potere. A Camaro, villaggio nella zona sud di Messina, Di Blasi osservava i ragazzi del quartiere. «Gli stessi che ho visto crescere, li vedevo assenti – racconta -. Sembravano senza voglia di fare nulla e alcuni di loro non avevano continuato gli studi fermandosi alla terza media. Trascorrendo del tempo con loro mi sono accorto che amavano il cinema e lo spettacolo. Ho pensato quindi di proporre loro la realizzazione di un cortometraggio e loro hanno accettato».
Nasce così l’avventura che, a distanza di quattro anni, li ha portati a realizzare un secondo cortometraggio – Il coraggio di Anna – che affronta il tema del femminicidio. «Anna, la protagonista del corto è una ragazza di 20 anni che un giorno decide di raccontare la sua vita a una giornalista – spiega Di Blasi -. Racconta così di essersi recata al centro donne anti violenza per denunciare gli abusi subiti della madre e da una sua amica. Con i nostri corti proviamo a invitare le persone – conclude – a trovare il coraggio di denunciare per liberarsi dalla paura».