Raffaele Lombardo, assoluzione per abuso d’ufficio  Dopo il ricorso contro la prescrizione per caso Sac

Assolto perché il fatto non sussiste. È questa la decisione del presidente del tribunale di Catania che ha assolto Raffaele Lombardo, in qualità di ex presidente della Provincia di Catania, nel processo avviato per l’affidamento in house, nel 2007, del servizio di pulizia della nuova aerostazione dell’aeroporto Vincenzo Bellini alla Pubbliservizi.  All’epoca, il leader autonomista era anche componente del consiglio d’amministrazione della Sac (Società aeroporto Catania). Dopo che la procura di Catania aveva chiesto due anni e sei mesi di reclusione con l’accusa di abuso d’ufficio nel processo di primo grado, per Lombardo nel 2015 era scattata la prescrizione

Lombardo per l’accusa era «il regista dell’operazione» avvenuta «in palese violazione di legge». Dietro la mancata gara pubblica «una precisa volontà di favorire» la società partecipata della Provincia di Catania con il fine di «mantenere gli standard lavorativi e favorire nuove assunzioni». L’allora presidente della Regione Siciliana aveva commentato le richieste di condanna dicendo di avere «agito nell’esclusivo interesse delle Provincia di cui ero presidente e della Sac di cui ero amministratore». 

Adesso, il tribunale ha accolto l’istanza di parte procedendo all’applicazione estensiva della sentenza emessa dalla sesta sezione penale della corte di Cassazione che, a sua volta, ha disposto l’assoluzione di Stefano Ridolfo e Sebastiano Paladino – rispettivamente presidente e consigliere pro tempore della Sac – perché il fatto non sussiste. Su ricorso dell’ex presidente della Regione, è scattata la revoca della sentenza di prescrizione e l’assoluzione di Raffaele Lombardo

L’ordinanza è stata depositata in cancelleria il 16 aprile. Analoghe richieste di procedura di esecuzione sono state presentate, con istanze separate, anche da Giacomo Blasi, direttore generale in quel periodo della partecipata della provincia etnea che si occupa di servizi integrati, e Michel Sineri, Giuseppe Gitto, Alfio D’Urso, tutti all’epoca componenti del consiglio d’amministrazione della società aeroporto Catania. Anche per loro era c’era stato il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.


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