Raddusa, sequestrati beni a ex soci istituto vigilanza Contestati omessi versamenti alle casse dello Stato

Presunti reati fiscali per oltre due milioni e 800mila euro. C’è questo alla base di un sequestro preventivo di beni per equivalente eseguito questa mattina dai militari della guardia di finanza di Catania, su delega della procura di Caltagirone. Nel mirino degli inquirenti ci sono due ex soci dell’istituto di vigilanza privato La Sicurezza, con sede nel Comune calatino di Raddusa. Ai due indagati, Giuseppe Sberna e Angela Paterniti Serafina, vengono contestati l’omesso versamento di ritenute certificate e il mancato pagamento dell’imposta sul valore aggiunto. Secondo la Fiamme gialle i due ex soci avrebbero agito con «intento fraudolento» mantenendo invariata la gestione reale dell’impresa a loro riconducibile.

Successivamente alla notifica da parte dell’Agenzia delle entrate di atti di accertamento fiscale, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, hanno trasferito a soggetti terzi, al solo fine di escludere provvedimenti cautelari patrimoniali, le quote sociali e l’immobile sede dell’attività.

Il provvedimento emesso dal giudice per le indagini preliminari finalizzato a garantire all’erario un importo equivalente alle imposte evase dalla società, ha interessato, in particolare, l’unità immobiliare sede dell’Istituto di vigilanza, nel territorio del Comune di Raddusa e costituita da 27 vani catastali, le somme giacenti in 19 conti correnti intestati o riconducibili agli indagati, due depositi bancari e i dossier azionari accesi in diversi Istituti di credito.


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Nel mirino della Guardia di finanza del comando provinciale di Catania è finita la società calatina La Sicurezza e i suoi ex vertici Giuseppe Sberna e Angela Paterniti Serafina. Oltre alla sede sociale sigilli alle somme contenute in 19 conti correnti e a dossier azionari accesi in alcuni istituti di credito

Nel mirino della Guardia di finanza del comando provinciale di Catania è finita la società calatina La Sicurezza e i suoi ex vertici Giuseppe Sberna e Angela Paterniti Serafina. Oltre alla sede sociale sigilli alle somme contenute in 19 conti correnti e a dossier azionari accesi in alcuni istituti di credito

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