Ricordi personali, aneddoti e riflessioni. Sono questi gli elementi con i quali Sara Doris ricostruisce nel libro Ennio, mio padre, il profilo umano e familiare dell’imprenditore, banchiere e fondatore di Banca Mediolanum, scomparso nel novembre 2021. Ieri la presentazione del libro, nella cornice di Villa Itria, a Viagrande. Un racconto che però va oltre la […]
Il racconto di Sara Doris nel libro Ennio, mio padre. «Diceva sempre di cogliere quello che la vita offre»
Ricordi personali, aneddoti e riflessioni. Sono questi gli elementi con i quali Sara Doris ricostruisce nel libro Ennio, mio padre, il profilo umano e familiare dell’imprenditore, banchiere e fondatore di Banca Mediolanum, scomparso nel novembre 2021. Ieri la presentazione del libro, nella cornice di Villa Itria, a Viagrande. Un racconto che però va oltre la narrazione aziendale e si fa testimonianza, con l’obiettivo di trasmettere alle nuove generazioni il senso più profondo di un’eredità non fatta solo di risultati, ma soprattutto di scelte di vita.
«Il mio libro ha un approccio a 360 gradi nei confronti di mio padre – racconta l’autrice -. Tutto l’aspetto legato alla sua dimensione pubblica è già molto noto: ci sono tantissime interviste in cui ha espresso la sua visione della finanza e il suo modo di essere vicino ai clienti. Nel libro, invece, ho voluto puntare di più sull’aspetto umano, che in realtà permea ogni ambito della vita, sia privato che pubblico. Mio padre diceva spesso che è troppo faticoso essere diversi nel privato rispetto al proprio ruolo pubblico. Se sei fedele a te stesso, le cose diventano molto più semplici. Raccontare l’uomo privato è, in fondo, parlare anche dell’uomo pubblico, perché i valori in cui ha creduto e che hanno guidato ogni sua decisione sono sempre gli stessi. Anzi, credo che sia proprio osservando come una persona si comporta nel privato che si può capire come si comporterà nel pubblico».
Per Doris ripercorrere la storia della propria famiglia, come fatto nel libro, è stata «un’esperienza bellissima. Una famiglia molto unita, a partire dai miei nonni, in un paese dove tutti si conoscono e le relazioni sono molto forti». «Il valore che più desidero venga tramandato è l’ottimismo. Ma attenzione: non si tratta di ignorare i problemi. Mio papà era un ottimista di natura, ma i problemi li vedeva eccome, e li affrontava. Diceva che l’ottimista, a differenza del pessimista, sa che i problemi esistono, ma crede anche che esistano delle soluzioni. E quindi le cerca, le trova, le mette in pratica. Secondo lui, era tecnicamente sbagliato essere pessimisti: se non pensi che ci siano soluzioni, non le cercherai, e quindi non risolverai nulla. Questo è uno degli insegnamenti più grandi che mi porto dentro e che spero arrivi attraverso il libro». Non è però l’unico.
«Un altro valore fondamentale è l’amore – spiega – Non parlo del sentimento romantico, ma di qualcosa di più ampio: fare le cose con amore significa fare qualcosa per un altro, anche quando non ne hai voglia, perché lo scegli. Mio papà diceva che l’amore è una decisione. Anche nell’amore romantico: quando scegli di formare una famiglia, decidi che ogni giorno farai qualcosa in quella direzione. Le cose funzionano se hai preso quella decisione consapevolmente». Infine «in altro messaggio che vorrei trasmettere, soprattutto ai giovani, è quello di credere in se stessi, di osare per realizzare i propri sogni, ma anche di essere aperti a ciò che la vita offre. Magari hai un sogno che, in un certo momento, non puoi realizzare. Allora guarda intorno e cogli quello che la vita ti sta offrendo». Ennio Doris era appassionato di astronomia ma si è occupato di finanza. «Diceva sempre – conclude la figlia Sara – “Fai quello che la vita ti offre e fallo come se fosse la cosa che hai sempre desiderato, con la stessa passione. Vedrai che da lì nasceranno grandi cose.” Magari il destino ha in serbo per te qualcosa di molto più grande di ciò che avevi immaginato».