Durerà tre mesi o poco più, prorogabili fino all’aggiudicazione della gara settennale, e avrà un valore più alto dei 12 milioni di euro del mini-bando attualmente in vigore. L’appaltino redatto a ridosso delle elezioni prevede, inoltre, 60 ulteriori posti di lavoro e, novità assoluta, la copertura dell’intero territorio della città di Catania, che quindi vedrà saltare l’enclave della terza circoscrizione. L’unica in cui la gestione della spazzatura non è affidata ai privati bensì è appannaggio diretto del Comune. Sono questi i dettagli che filtrano a proposito della nuova gara ponte appena avviata da Palazzo degli elefanti: solo pochi giorni fa sono state inoltrate 34 lettere di invito ad altrettante aziende sul territorio nazionale, per chiedere loro di prendere parte alla procedura negoziata la cui scadenza è fissata per il prossimo 25 giugno. Ad amministrative del 10 giugno passate, lo sporco affare della munnizza passerà nelle mani del prossimo sindaco etneo, senza che in cinque anni – a fronte di un bando precedente aggiudicato nel 2011 – la giunta guidata da Enzo Bianco sia riuscita a dare ai cittadini una efficiente gestione dei rifiuti urbani. Non solo indifferenziati ma anche, e soprattutto, differenziati. Con tutto quello che ne consegue in termini di salatissime sanzioni annunciate dal presidente della Regione Nello Musumeci e a carico dei catanesi, che dovranno pagarle nelle loro tasse.
La documentazione su questo mini-bando, come procedura vuole, è segretissima. Per legge, non è possibile conoscere – finché le buste non saranno state consegnate – i nomi delle imprese a cui gli uffici del servizio Ecologia hanno deciso di chiedere di partecipare. Il numero indicato, però, è quantomeno curioso: 34 erano anche le aziende che erano state sollecitate a prendere parte alla gara settennale da 350 milioni di euro, quella andata deserta in ogni sua manifestazione e che adesso dovrebbe essere spacchettata. L’Anac di Raffaele Cantone aveva chiesto esplicitamente, tramite una lettera, che il municipio rendesse note le società a cui era stato inviato l’invito e che avevano scelto di non partecipare. Adesso, però, sarà ancora più difficile ottemperare a quella domanda: «Immagino che molte aziende abbiano ricevuto sia il primo che il secondo invito – dichiara a MeridioNews l’assessore alla Nettezza urbana Rosario D’Agata – Rendere note le prime significherebbe, a questo punto, rendere facilmente riconoscibili alcune delle seconde». Cosa che favorirebbe eventuali turbative d’asta, ampiamente ipotizzabili visto il settore in questione.
Criteri di partecipazione e requisiti richiesti non sono, al momento, conoscibili. Si sa, però, che è nuovamente previsto il meccanismo di premialità per l’azienda che deciderà di assumere i 105 lavoratori del bacino prefettizio. Cosa che, almeno per la durata di questo nuovo mini-bando, dovrebbe porre fine alla precarietà degli operai finora costretti a contratti a saltare e a proteste a oltranza. I numeri, stavolta, dovrebbero essere dalla loro parte: giacché viene eliminata l’area a gestione diretta di Palazzo degli elefanti (che corrisponde al 25 per cento del territorio comunale), alla nuova azienda – o alle nuove aziende – spetterà il compito di coprire il cento per cento di strade e piazze catanesi. Sarà quindi necessario aggiungere 60 unità ai 650 dipendenti previsti dal contratto di raccolta rifiuti attuale, quelli che transitano da un privato al successivo. Ma siccome di quei 650 almeno una ventina non sono più in servizio (pensionamenti, malattie, decessi…), i lavoratori in più che serviranno saranno almeno una ottantina. Sommarne a questi 80 altri 25 per coprire per intero il bacino prefettizio non sembra cosa difficile, anche in considerazione del punteggio ulteriore che questa decisione porterebbe al futuro appaltatore.
Gli ingredienti per la svolta, ancora una volta, l’amministrazione garantisce di averceli messi tutti. Anche perché la struttura data a questa gara ponte dovrebbe replicare, in piccolo, quella che avrà l’appalto settennale rinnovato attualmente in preparazione. Dal parco dell’Etna è perfino arrivata una nuova dirigente, l’ingegnera Agata Sapienza, sul cui tavolo è stata catapultata la pratica «bando raccolta dei rifiuti» poco dopo il suo approdo negli uffici di via Pulvirenti, dove l’Ecologia ha sede. Una questione spinosa, che la nuova dipendente comunale dovrà affrontare ex novo e dalla quale dovrà essere in grado di riuscire illesa, laddove altri prima di lei hanno già fallito. Il riferimento è all’ormai ex direttore Leonardo Musumeci, rimasto travolto – ma reintegrato – dallo scandalo Garbage affair, a seguito del quale le manette si sono strette attorno ai polsi dei più stretti collaboratori del primo cittadino Enzo Bianco: Orazio Fazio, ex responsabile della Nettezza urbana, e Massimo Rosso, ex ragioniere generale. Entrambi in combutta, secondo la procura, con Antonio Deodati, patron della ditta Ecocar. La stessa che – in raggruppamento temporaneo d’imprese con Senesi – beneficia della proroga concessa dal sindaco in persona. Il meccanismo usato, circa un mese e mezzo fa, è stato quello delle tanto vituperate ordinanze contingibili e urgenti motivate dalla salute pubblica. Di fatto, fino al 31 agosto, Sen.Eco. rimarrà in città. Poi chissà.
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