Rifiuti, il bando per inviarli fuori dalla Sicilia In discarica non più del 70% di indifferenziato

Lo aveva annunciato e così effettivamente pare che andranno le cose. La dichiarazione dello stato d’emergenza per i rifiuti ratificata dal Consiglio dei Ministri lo scorso febbraio concede a Musumeci poteri speciali per la gestione delle emergenze. E in cima alla lista nel settore rifiuti in Sicilia c’è proprio la differenziata ferma al palo e le discariche prossime al collasso. Poco importano gli sforzi dei piccoli e medi Comuni che arrivano ben oltre il 65 per cento di rifiuti differenziati, a causa dell’indifferenziato prodotto nelle grandi città, la media regionale non raggiunge neanche il 20 per cento. Così ecco che dal dipartimento Acque e Rifiuti è stato pubblicato il bando per l’invio dei rifiuti fuori dalla Sicilia, ma con una ratio inedita, che penalizza i Comuni insolenti e non fa di tutta l’erba un fascio.

Intanto perché, con un’ordinanza dell’8 marzo, Musumeci fissava un traguardo intermedio, pari al 35 per cento di differenziata, entro il 31 maggio 2018. Un obiettivo possibile, secondo la presidenza della Regione, che avrebbe dovuto dare nuovi stimoli ai Comuni e al contempo avrebbe garantito una durata relativamente più lunga alle discariche, dove l’indifferenziato conferito sarebbe stato intorno al 70 per cento dei rifiuti prodotti a livello regionale (in media tra le 4.500 e le 5.500 tonnellate al giorno).

Ma siccome nei Comuni inadempienti, poco o nulla è cambiato, rischiando di mancare l’appuntamento del 35 per cento entro la fine di maggio, ecco il bando. Che non guarda, dunque, a tutti i rifiuti prodotti da tutti i Comuni. Dal 1 giugno nelle discariche potrà essere conferito soltanto fino al 70 per cento dell’indifferenziato. I Comuni che avranno maggiori quantità di indifferenziato, dovranno inviare la restante parte all’estero.

Insomma, nell’eterna lotta tra Regione e Comuni sul fronte rifiuti, Musumeci scarica le responsabilità sulle spalle dei sindaci, facendo in modo che non abbiano neanche la scusa di non sapere a chi rivolgersi per inviare i rifiuti all’estero. A quello sta pensando la Regione, con una manifestazione d’interesse che prenda contatti con le ditte in grado di trasportare i rifiuti fuori Regione. Al conto, però, questa volta non penserà mamma Regione: gli oneri saranno a carico della «tassa di smaltimento dei rifiuti localmente applicata».


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