Quell’immensa “isola di plastica” che galleggia nell’oceano Pacifico

DI FATTO E’ UN’IMMENSA DISCARICA DAL DIAMETRO DI 2 MILA E 500 CHILOMETRI DI 30 METRI DI PROFONDITA’. SE NE SAREBBE FORMATA UNA ANCHE NELL’ATLANTICO. E UNA DA 500 TONNELLATE ANCHE NEL MEDITERRANEO…

In un documento pubblicato nel 1988 (ma gli studi erano cominciati molti anni prima) dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), si parlava di una “grande chiazza di immondizia del Pacifico”. Le indagini avevano scoperto elevate concentrazioni di detriti, per la stragrande maggioranza plastica, accumulati nelle regioni dominate dalle correnti marine. Ovviamente nessuno fece niente. Poco dopo si scoprì che una chiazza simile è presente anche nell’Oceano Atlantico.

Nel 2009 venne fuori che l’ “isola” del Pacifico pesava oltre 3,5 milioni di tonnellate. Poco tempo dopo si scoprì che le dimensioni sono ancora più mostruose del peso: il Pacific Trash Vortex – questo il nome che è stato assegnato al vortice di spazzatura dell’Oceano Pacifico – aveva un diametro di circa 2500 chilometri ed era profondo più di 30 metri.

“E’ come se fosse un’immensa isola nel mezzo dell’Oceano Pacifico composta da spazzatura anziché rocce”, ha detto Chris Parry, del California Coastal Commission di San Francisco. Secondo Charles Moore “questa massa galleggiante potrebbe raddoppiare le sue dimensioni entro il prossimo decennio”.

C’è stato chi ha pensato che potesse trattarsi di una bufala dato che un oggetto così grande non poteva non essere visto dai satelliti. Poco dopo venne fuori che l’isola di plastica si trova al di sotto della superficie marina, fra i pochi centimetri e i 10 metri di profondità e quindi i satelliti non potevano rilevarla.

Altri studi, altre ricerche, altre conferenze. Ma nessun intervento concreto per ridurre le dimensioni del problema (e dell’isola).

Oggi nel mondo vengono prodotti circa 100 miliardi di chilogrammi all’anno di plastica, dei quali buona parte va ad inquinare la Terra. Circa il 10% finisce in mare. Una parte di questa plastica (il 70%) finisce sul fondo degli oceani danneggiando la vita dei fondali. Il resto continua a galleggiare. E la sua quantità aumenta anno dopo anno. Tanto che alcuni ricercatori hanno deciso di cambiare il suo nome e di chiamarla Great Pacific Garbage Patch.

Ma quale che sia il nome che le viene attribuito, l’isola di rifiuti di plastica è certamente tra i peggiori disastri ambientali della storia, e continua a crescere inarrestata. Si tratta senza ombra di smentita della più grande discarica del Pianeta.

Un mare di spazzatura in mezzo al mare dove è possibile ritrovare oggetti che risalgono agli anni ’50: palloni da calcio e da football, mattoncini per le costruzioni dei bambini, scarpe, borse e ovviamente milioni di sacchetti usa e getta. Rifiuti che provengono da navi o piattaforme petrolifere (in teoria esisterebbero dei controlli per verificare che queste navi scarichino a terra i loro rifiuti e non li gettino in mare) o dalla terraferma (anche in questo caso le leggi esistono ma non vengono applicate).

Che la plastica fosse un problema per l’ambiente lo si sa da sempre: in molti casi plastica proveniente da oggetti disintegratisi in pezzi piccolissimi sono finiti anche nella catena alimentare, scambiati per plancton e mangiati dalla fauna marina. E nessuno fa niente per arrestare questo disastro.

La sola cosa che si fa è cercare di capire le sue caratteristiche e le cause (come se i dati già rilevati non fossero abbastanza allarmanti). Il 5 giugno, come ogni anno ormai, è stata festeggiata la giornata mondiale dell’ambiente. Centinaia di incontri, meeting in giro per il mondo, conferenze e campagne piene di belle parole e report ricchi di buoni propositi.

All’Assemblea generale sull’ambiente a Nairobi, in Kenya, due rapporti dell’Onu hanno confermato la gravità del problema. “La plastica ha un ruolo fondamentale nella vita moderna, ma gli impatti ambientali, legati al modo in cui la usiamo, non possono essere ignorati”, ha rilevato Achim Steiner, il sottosegretario generale dell’Onu e direttore esecutivo dell’Unep spiegando che “bisogna prendere misure appropriate per evitare che i rifiuti di plastica finiscano nell’ambiente”.

Poi, calata la notte, pare che si sia dimenticato tutto e si sia ricominciato a sporcare e ad inquinare, e milioni di tonnellate di plastica continuano ad essere riversate in mare, ma con la coscienza di chi governa e gestisce le organizzazioni internazionali pulita.

Anche quella delle imprese. Secondo quanto riportato in uno studio dell’UE “Ogni anno solo in Europa l’industria delle materie plastiche contribuisce in maniera significativa al benessere attraverso l’innovazione, il miglioramento della qualità della vita, una maggiore efficienza delle risorse e la protezione ambientale. Circa 1,45 milioni di persone lavorano attualmente in oltre 59000 aziende che generano un fatturato annuo di circa 300 miliardi di Euro” (dati 2011/12).

A dire il vero un “passo avanti” per la soluzione del problema è stato fatto. Per dimostrare di essere fattiva nell’intervenire per risolvere il problema, l’11 aprile scorso a Parigi, l’Unesco ha conferito lo status di “nazione” al Garbage Patch State.

Non si sa cosa intendano alcuni ricercatori quando parlano di “miglioramento della qualità della vita”. L’unica cosa certa è che, proprio al centro del Mediterraneo, pare si stia formando una nuova isola di plastica di 500 tonnellate…

 

 

 


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Leonardo Caffo, catanese. Fumettibrutti (Josephine Jole Signorelli), catanese. Fulvio Abbate, palermitano. La Sicilia contro Chiara Valerio. È la Sicilia, infatti, a essersi resa protagonista dell’abbattimento delle statue raffiguranti Chiara Valerio, iniziando la rivolta contro il regime amichettistico sotto il quale viviamo.Ricapitolando.Chiara Valerio, scrittrice, editrice, attivista, radiofonica, televisiva, premiata, capa assoluta di una certa parte del […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]