L'attaccante arrivato in estate dall'Inter ha espresso la propria soddisfazione per la rete decisiva realizzata a Lecce dopo pochi minuti dal suo ingresso in campo. Una marcatura, la prima con i rosanero, siglata sulla scia di una parentesi internazionale impreziosita da tre reti che hanno contribuito alla qualificazione dell'Under 21 rumena al prossimo Europeo di categoria
Puscas non vedeva l’ora di sbloccarsi «I gol in Nazionale? Mi sono serviti»
Tre reti in pochi giorni con la Nazionale Under 21 rumena e gol decisivo a Lecce. La settimana perfetta di George Puscas, tornato in sede dopo la sosta galvanizzato dagli acuti vincenti intonati con la selezione del ct Radoi, è culminata con la gioia per la marcatura del definitivo 2-1 nella gara disputata domenica sera allo stadio Via del Mare. Primo gol con la maglia rosanero per l’attaccante classe ’96 che, dopo un digiuno di quasi sei mesi (non segnava da Novara-Empoli 1-1 dello scorso aprile), aveva bisogno di sbloccarsi anche con il proprio club: «Le reti segnate in Nazionale mi sono servite molto – ha ammesso in conferenza stampa al Tenente Onorato – ho avuto sensazioni molto belle anche perché ci siamo qualificati per l’Europeo di categoria. La Romania non era in un Europeo da vent’anni e capite bene la gioia che ha provato il mio Paese. Adesso sono concentrato sul Palermo e penso alla prossima partita».
Cavalcando l’onda alimentata dalle tre marcature con l’Under 21, Puscas ha lasciato il segno anche con il Palermo: «Ovviamente avrei voluto segnare prima, noi attaccanti viviamo per questo e mi sarebbe piaciuto segnare già alla prima giornata. A prescindere dalla tempistica del gol, in ogni caso, l’importante è che la squadra vinca. Conta il fatto che il Palermo sia in alto in classifica e sono contento perché abbiamo vinto una gara esterna molto difficile. La dinamica del mio gol? Sentivo che il pallone sarebbe finito lì, gli attaccanti hanno questo genere di percezioni. Ho calciato quel pallone con convinzione. Sapendo che il portiere sarebbe uscito ho tirato sul primo palo ed è andata bene». La rete della punta rumena, determinante ai fini del successo degli uomini di Stellone, ‘fa notizia’ anche perché il numero 29 rosanero ha segnato all’85’ dopo pochi minuti dal suo ingresso in campo e al primo pallone toccato: «Il mister ha parlato in maniera chiara con tutti e tutta la squadra ha in mente concetti chiari. Anche in ottica turnover. Io sono sempre molto carico. Posso partire dall’inizio, entrare nel secondo tempo o giocare gli ultimi dieci minuti ma la mia forma mentis non cambia: quando tocco l’erba scatta dentro di me la voglia di fare bene. Il mister – ha aggiunto – ci dà delle indicazioni ma poi siamo noi che dobbiamo fare in campo cose buone, conquistare vittorie e cercare di riportare il Palermo dove merita».
Concetti che fanno rima con continuità: «Se i prossimi impegni ravvicinati potranno consentirci di fare il salto di qualità? Per legittimare le nostre ambizioni e avvicinarci gradualmente all’obiettivo che ci siamo prefissati dobbiamo cercare di collezionare una serie di vittorie di fila. Non c’è tempo per pensare alla gara già fatta, dobbiamo focalizzare l’attenzione sul match successivo e cercare di conquistare l’intera posta in palio». In perfetta sintonia con Stellone («Posso imparare molto da lui anche perché è stato attaccante durante la sua carriera di calciatore») e con il gruppo («Con Nestorovski in attacco mi trovo bene ma lo stesso concetto vale anche per gli altri compagni di reparto»), il centravanti arrivato in estate dall’Inter si sta inserendo nei meccanismi della squadra. E il gol a Lecce non può che velocizzare questo processo: «A Palermo mi trovo bene. Le persone amano il calcio e sto trovando ciò che mi aspettavo consapevole del fatto che questa realtà sarebbe stata un punto di riferimento per la mia crescita. E adesso viene il bello perché sta nascendo un bel gruppo. Facciamo parte di un collettivo numeroso e composto da elementi importanti e sappiamo che, con un campionato lungo e tante gare ancora da giocare, ci sarà spazio per tutti».