Incontro tra associazioni e amministrazione comunale di Augusta per parlare del futuro di Punta Izzo, parte del litorale del Comune siracusano in cui per anni è stato attivo un poligono militare, che potrebbe essere riaperto. «L’incontro è stato positivo – spiegano dal Coordinamento per la smilitarizzazione e la tutela di Punta Izzo – perché ci ha permesso di proporre, illustrare e discutere insieme le concrete azioni che il Comune di Augusta, attraverso i suoi uffici, può intraprendere per conseguire la fruizione pubblica del comprensorio costiero di Punta Izzo, insieme alla migliore tutela e valorizzazione dei suoi elementi naturalistici, archeologici, etnografici, storici e culturali. Un traguardo che dovrà passare, in primo luogo, dalla richiesta al ministero della Difesa di dismissione del bene e di retrocessione all’Agenzia del Demanio, per destinarlo, previa bonifica dell’area dell’ex poligono, ai fini di valorizzazione e uso collettivo».
Ad ascoltare le associazioni, venerdì scorso, c’erano la sindaca Cettina Di Pietro e l’assessore all’Ambiente Danilo Pulvirenti che hanno manifestato la volontà di impegnarsi per gli obiettivi a cui mira il coordinamento, che ha lanciato anche una petizione giunta a 300 firme in due settimane. «A breve – spiegano le associazioni – faremo pervenire all’amministrazione comunale le nostre dettagliate valutazioni, tecniche e politiche, in merito ai percorsi amministrativi più efficaci per le finalità da perseguire, ma anche inclusivi di un coinvolgimento democratico della cittadinanza di Augusta».
Quale lo scopo? Riaprire Punta Izzo «alla collettività per fini sociali e culturali», metterla al riparo «dalle gestioni privatistiche e dalle speculazioni edilizie e commerciali, che sono semplicemente incompatibili con la sopravvivenza e l’equa fruizione di un’area marina e costiera bisognosa di ritrovare un legame di simbiosi con la propria comunità. In linea con queste considerazioni, le iniziative che portiamo avanti mirano a riconvertire Punta Izzo in un bene comune, all’insegna di una ritrovata cultura della pace e della solidarietà che si accompagna, in maniera imprescindibile, a un’educazione alla cura, al rispetto e alla difesa dell’ambiente naturale, oggi purtroppo sempre più offeso e depauperato».
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