Pubblicità sessista, associazioni critiche «Servono i fatti, non spot pubblicitari»

Plaudono alla decisione di Comune e Provincia di vietare le pubblicità sessiste sui cartelloni stradali del territorio etneo, ma con riserva. E senza dimenticare di chiedere risposte ai loro interrogativi, presentati all’amministrazione locale alcuni mesi fa. È la reazione delle associazioni di donne etnee Le Voltapagina, Snoq Catania, Udi, Centro antiviolenza Thamaia e la rete di giornaliste Giulia alla notizia della delibera provinciale contro la pubblicità discriminante. Prima di tutto, sottolineano la maternità dell’iniziativa. «Tutto è nato dalla sollecitazione di associazioni di donne nel corso di un incontro avvenuto a palazzo degli Elefanti il 4 luglio 2013», scrivono in un comunicato.

Ma non è questa la principale preoccupazione delle associazioni. Nel corso dell’incontro a cui fanno riferimento, infatti, non chiedevano solo la rimozione della cartellonistica discriminante, ma l’attuazione di «una più vasta piattaforma di idee». In particolare le donne di Catania, «per non ridurre i provvedimenti ad uno spot pubblicitario», vogliono sapere chi farà rispettare le ordinanze e, nel caso in cui fosse una commissione, «chi ne farà parte e di quali competenze di genere, marketing e comunicazione, saranno dotati i suoi membri».

Importante per loro è anche conoscere «quali metodi saranno adottati per denunciare eventuali pubblicità lesive», soprattutto in considerazione del fatto che le affissioni hanno una durata media di 15 giorni, per cui quelle ritenute inidonee andrebbero rimosse tempestivamente, «pena l’inutilità del provvedimento», sostengono. Ma «chi si farà carico della rimozione? Chi ne pagherà i costi e quando il servizio sarà operativo?», continuano le associazioni.

Risposte a questi interrogativi, almeno in parte, sono comprese nel provvedimento firmato dalla appena decaduta commissaria straordinaria della provincia regionale etnea Antonella Liotta. E’ stabilito infatti che sarà organizzato un comitato di vigilanza intersettoriale composto dalla presidente del comitato unico di garanzia della Provincia – che si occupa proprio di pari opportunità -, Nunziata Spatafora, tre componenti dello stesso ufficio e tre dipendenti della polizia provinciale. A segnalare eventuali discriminazioni, e non solo di genere, saranno gli stessi cittadini.

Provvedimenti che però non soddisfano appieno le associazioni di donne catanesi. «Non è chiaro nulla – dichiara Ada Mollica de Le Voltapagina – né quando inizieranno né, soprattutto, chi comporrà la commissione. Quando penso a chi dovrebbe farlo mi vengono in mente persone che hanno studiato e si sono prodigate per questo tutta la vita, come la docente Graziella Priulla – continua Mollica – E non funzionari provinciali o di polizia a cui, magari, le tette di fuori piacciono pure».

Tuttavia non vogliono contestare a priori la delibera e tengono a sottolineare: «Siamo liete dell’iniziativa, ma si deve passare ai fatti, altrimenti è tutto inutile. Vedremo e valuteremo», conclude Mollica.

[Foto de Le Voltapagina]


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Sono lieti dell'iniziativa di Comune e Provincia di vietare i cartelloni discriminatori, soprattutto nei confronti delle donne, i gruppi etnei Le Voltapagina, Snoq Catania, l'Udi, il centro antiviolenza Thamaia e la rete di giornaliste Giulia. Ma non solo reclamano la maternità dell'iniziativa, vogliono soprattutto sapere quando partirà concretamente, chi la gestirà, con quali mezzi e tempi. «Le parole da sole non servono a nulla», spiegano

Sono lieti dell'iniziativa di Comune e Provincia di vietare i cartelloni discriminatori, soprattutto nei confronti delle donne, i gruppi etnei Le Voltapagina, Snoq Catania, l'Udi, il centro antiviolenza Thamaia e la rete di giornaliste Giulia. Ma non solo reclamano la maternità dell'iniziativa, vogliono soprattutto sapere quando partirà concretamente, chi la gestirà, con quali mezzi e tempi. «Le parole da sole non servono a nulla», spiegano

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