Sono state arrestate ieri dalla squadra mobile etnea Maria Privitera e una trentenne, le due donne che gestivano una casa d'appuntamenti, spacciata per centro benessere, in via Francesco Riso. I clienti hanno subito confessato la vera attività dello stabile, raccontando come si svolgevano gli incontri. Una delle tre donne sfruttate ha poi spiegato agli agenti la divisione degli incassi
Prostituzione, scovato finto centro massaggi Rapporti con preservativi low cost a 50 euro
Di utile per i massaggi c’erano forse solo le candele e il borotalco. Perché, in uno stabile di via Francesco Riso, a Catania, sulla carta un centro benessere, era la prostituzione la vera attività praticata. Per questo gli agenti della squadra mobile etnea hanno arrestato ieri sera due donne: la cinquantenne Maria Privitera e una trentenne, accusate di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e trasferite nel carcere etneo di piazza Lanza.
Gli agenti seguivano da fine aprile gli strani movimenti in uscita e in entrata dal palazzo nella centrale zona di Catania, tra via Gabriele D’Annunzio e viale XX Settembre. All’apparenza un centro massaggi. I clienti entravano e si dirigevano verso il piano rialzato. I poliziotti non ci hanno messo molto a farli confessare: forse per paura di essere ancora più coinvolti nelle indagini, tutti gli uomini interrogati hanno subito raccontato di frequentare la casa non per i massaggi ma per consumare rapporti sessuali a pagamento.
Dalle testimonianze, gli agenti hanno potuto ricostruire le abitudini della casa d’appuntamenti. I clienti venivano accolti dalle due donne arrestate e pagavano loro, in anticipo, 50 euro. Per ogni singola prestazione sessuale. Il denaro veniva depositato all’interno di una cassetta e solo dopo, a pagamento avvenuto, il cliente accedeva al servizio richiesto. A lavorare nel finto centro messaggio erano tre donne, sempre le stesse. Sfruttare dalle due donne arrestate. Racconti confermati anche dal personale della squadra mobile riuscito a entrare nell’appartamento con una scusa.
A raccontare agli agenti come si svolgeva la giornata dal punto di vista delle prostitute è stata proprio una delle tre donne. Per ogni prestazione, ha spiegato, dei 50 euro pagati dai clienti a loro ne restavano 30. Gli altri 20 euro erano la percentuale dovuta alla casa e ai suoi gestori. In cambio,le due donne fornivano tutto il necessario: come le numerose confezioni di preservativi low cost sequestrate dalla polizia. Condom di un marchio italiano noto per le sue confezioni da 144 preservativi al costo di poco più di dieci euro.