Insieme al luogotenente di Italia Viva in Sicilia ci sono sette indagati. Il fascicolo inizialmente conteneva 13 nominativi. Il re delle preferenze avrebbe promesso e dato utilità in cambio di sostegno alle urne. A decidere sarà il giudice Luigi Barone
Procura vuole il processo per il deputato Sammartino Fissata l’udienza. L’accusa è di corruzione elettorale
Indagini chiuse e richiesta di rinvio a giudizio. Si aggiunge un nuovo capitolo nella vicenda che ha come protagonista il deputato regionale di Italia Viva Luca Sammartino. Il re delle preferenze, eletto a palazzo dei Normanni nel 2017 con un plebiscito di voti, è accusato dai magistrati di corruzione elettorale. La prossima udienza, come scritto da Live Sicilia, è stata fissata dalla giudice Carmela Laudani per il 17 settembre davanti al giudice per l’udienza preliminare Luigi Barone.
Lo stesso togato in passato si è occupato dei casi dell’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, del fratello Angelo e dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo. Per il politico di Grammichele il giudice stabilì l’imputazione coatta mentre nel 2012 nei confronti del potente uomo d’affari ed ex direttore del quotidiano La Sicilia si oppose alla richiesta d’archiviazione della procura stabilendo ulteriori indagini.
Sammartino è cresciuto politicamente nel centrodestra centrando la prima elezione a Palermo con lo scudo crociato dell’Udc nel 2012. Due anni dopo, nel 2014, è l’ideatore del movimento Articolo 4 con l’ex Mpa Lino Leanza. C’è poi il transitato nel Partito democratico alla corte di Matteo Renzi in nome di un patto politico che prosegue con Italia Viva. L’inchiesta nei confronti dell’odontoiatra venne svelata per la prima volta da MeridioNews l’1 dicembre 2019. Nel mirino dei magistrati non solo le elezioni regionali del 5 novembre 2017 ma anche le Politiche del 2018. In ques’ultimo appuntamento Sammartino era candidato alla Camera dei deputati nel collegio uninominale di Misterbianco. Alla fine raccolse circa 16mila preferenze che però non bastarono per centrare lo scranno a Roma. Le contestazioni degli inquirenti nell’inchiesta vanno dalle ipotizzate assunzioni in aziende private a presunte raccomandazioni per promozioni o trasferimenti in sanità o partecipate. Ma anche spintarelle per la rateizzazione di cartelle esattoriali.
Venti giorni prima della notizia riguardante l’inchiesta a carico di Sammartino in Sicilia era sbarcato Matteo Renzi. Nella cornice della sala congressi delle Ciminiere di Catania l’ex presidente del Consiglio aveva addirittura lanciato l’ipotesi di una candidatura del 36enne deputato regionale come prossimo governatore. «Alle prossime elezioni in Sicilia – disse – saremo il primo partito». Attualmente Sammartino occupa il ruolo di presidente della commissione Lavoro all’Assemblea regionale siciliana.
«Sono sereno – commenta Sammartino attraverso un comunicato stampa – Grazie alle memorie difensive che ho depositato già i capi di imputazione sono passati da 11 a 6. Gli altri 5 sono stati stralciati con richiesta di archiviazione. Sono certo che anche davanti al gup emergerà chiaramente la verità e cioè l’insussistenza dei fatti contestati. Sono fiducioso nel lavoro della magistratura a cui va il mio rispetto per la funzione che svolge all’interno delle istituzioni democratiche».