«La Ong Open Arms sapeva in anteprima la rotta del barcone». Questo è uno dei punti salienti dell’arringa di Giulia Bongiorno, avvocata di Matteo Salvini al processo Open Arms, che vede il ministro dei trasporti sul banco degli imputati, accusato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio di fronte al tribunale di Palermo. «Open Arms non […]
Processo Open Arms, la difesa di Salvini: «Soccorso non casuale, profughi consegnati»
«La Ong Open Arms sapeva in anteprima la rotta del barcone». Questo è uno dei punti salienti dell’arringa di Giulia Bongiorno, avvocata di Matteo Salvini al processo Open Arms, che vede il ministro dei trasporti sul banco degli imputati, accusato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio di fronte al tribunale di Palermo. «Open Arms non si è imbattuta casualmente nel barcone coi migranti né a indicare alla Ong la barca coi profughi fu Alarm Phone – dice Bongiorno – La verità è che ci fu una consegna concordata, perché qualcuno ha dato indicazioni precise a Open Arms molto prima della segnalazione di Alarm Phone che, peraltro, non era corretta».
Bongiorno che ha chiesto l’assoluzione di Matteo Salvini. «Questa è stata la battaglia di Salvini sui diritti che sono diversi dalle pretese – dice la legale – La guardia costiera si è messa in ginocchio per avere una risposta da Open Arms sull’offerta di portare i migranti in Spagna. La stessa Spagna che ha offerto aiuto a Open Arms ricevendo come risposta un “buonanotte”. Per queste ragioni chiedo l’assoluzione perché il fatto non sussiste». E non sono mancate neanche le frecciate all’allora presidente del consiglio, Giuseppe Conte. «Non ho mai parlato di processo politico, ma è necessario capire i contesti politici. E allora la lettera che Conte scrive al Corriere della Sera nel 2019, in piena crisi di governo e col caso Open Arms aperto, non è un modo per mollare Salvini. Conte, infatti, esclude categoricamente che la sua volontà fosse di far sbarcare i migranti e distingue quel che vuole per i minori da quel che vuole per gli altri. E fa capire di non aver mai detto che i migranti potevano scendere».
Intanto oggi è stata un po’ la giornata della difesa del ministro anche al di fuori dell’aula bunker del carcere Pagliarelli, con manifestazioni di solidarietà diffuse, anche in piazza a Palermo, con un sit-in organizzato dalla Lega. E dopo gli insulti e le minacce via social, è stata persino assegnata la scorta alla sostituta procuratrice della Dda di Palermo Giorgia Righi, uno dei pubblici ministeri nel processo, dopo la requisitoria conclusa due udienze fa.