Nove anni e mezzo e quattromila euro di multa. È questa la richiesta formulata il 30 ottobre scorso dal procuratore generale Giuseppe Fici nel corso di un’udienza del processo di appello a Pino Maniaci, giornalista di Telejato, emittente di Partinico, nel Palermitano. Il processo nasce dall’operazione Kelavra, che risale al 2016. In primo grado Maniaci […]
Foto della pagina Facebook Pino Maniaci
Processo Maniaci, in appello chiesti nove anni e mezzo per il giornalista: è accusato di estorsione e diffamazione
Nove anni e mezzo e quattromila euro di multa. È questa la richiesta formulata il 30 ottobre scorso dal procuratore generale Giuseppe Fici nel corso di un’udienza del processo di appello a Pino Maniaci, giornalista di Telejato, emittente di Partinico, nel Palermitano. Il processo nasce dall’operazione Kelavra, che risale al 2016. In primo grado Maniaci è stato assolto dalle accuse di estorsione, ma condannato a un anno e cinque mesi per la diffamazione nei confronti del giornalista Michele Giuliano, dell’artista Gaetano Porcasi e dell’operatore tv Nunzio Quatrosi. Maniaci è accusato di aver utilizzato il suo potere mediatico per fare pressioni su alcuni amministratori di Partinico e di Borgetto – sempre in provincia di Palermo – per costringerli a pagare in cambio di interviste riparatorie alle gravi accuse mosse in tv da Maniaci nei loro confronti.
La prossima udienza è fissata per il 18 dicembre e sarà la volta dei legali del giornalista, Bartolomeo Parrino e Antonio Ingroia. In primo grado gli avvocati di Maniaci hanno dimostrato che in realtà i soldi dati dall’ex sindaco di Borgetto non erano frutto di un’estorsione, ma del pagamento di una pubblicità messa in onda per conto della moglie dell’ex sindaco per pubblicizzare la sua attività commerciale.