Patrizia Spina, presidente della sezione della corte d'Appello è stata trasferita alle Misure di prevenzione in secondo grado e dunque cambia il collegio. Il suo posto sarà preso da Daniela Borsellino
Processo D’Alì, rinvio per rinnovo collegio Il presidente Fontana si è astenuto
Udienza rinviata al prossimo tre dicembre. Patrizia Spina, presidente della sezione della corte d’appello e incaricata del processo a carico del senatore Antonino D’Alì, è stata trasferita alle misure di prevenzione in secondo grado e dunque cambia il collegio giudicante. Con ogni probabilità, presidente sarà Daniela Borsellino, dopo che il giudice Mario Fontana si è astenuto per questioni di opportunità; conosce infatti l’imputato D’Alì, pare abbiano frequentato insieme le scuole a Trapani.
Il dibattimento dinanzi la Corte d’Appello di Palermo è iniziato lo scorso 30 settembre. Il senatore di Forza Italia è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. In primo grado, il procedimento svolto con il rito abbreviato, si è concluso con la prescrizione per i reati contestati fino al 1994 e l’assoluzione per il periodo successivo.
Nel corso della prima udienza, il sostituto Procuratore generale Nico Gozzo – che nei mesi scorsi ha depositato circa 400 pagine di nuovi documenti che tirano in ballo anche i pentiti Giovanni Ingrasciotta e Antonino Birrittella – ha dichiarato che l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro, ascoltato dalla Procura, avrebbe confermato le pressioni ricevute dal senatore D’Alì – sottosegretario all’Interno, tra il 2001 ed il 2005 – per rimuovere e trasferire Linares, che più volte è stato a un passo dalla cattura del boss latitante Matteo Messina Denaro. Secondo la Procura generale «è chiaro il tentativo dell’allora sottosegretario di influire con tutto il suo peso politico sulla procedura di trasferimento di Linares, come aveva già fatto con il prefetto Sodano».
Tesi smentita categoricamente dai legali di D’Alì, Stefano Pellegrino e Gino Bosco che confermano la «totale estraneità ai fatti» del senatore di FI. «Dissentiamo fermamente dall’ipotesi di accusa della Procura Generale di Palermo nei confronti del senatore D’Alì, che non tiene conto di quanto accertato già giudizialmente» hanno scritto in una nota gli avvocati..
Nell’udienza di ieri, la Corte avrebbe dovuto sciogliere la riserva sulla richiesta del pg Gozzo, di acquisizione di atti, documenti, intercettazioni, e delle audizioni di numerose persone, tra cui appunto De Gennaro, Birrittella e Treppiedi e la moglie di Sodano.