Processo abusi sessuali prete Enna: «L’ho visto a un campo estivo in atteggiamenti intimi con un giovanissimo»

«Ho visto don Giuseppe Rugolo in atteggiamenti sessuali intimi con un ragazzo giovanissimo, anni fa, mentre eravamo a un campo estivo». Lo ha raccontato un giovane testimoniando nell’aula del tribunale di Enna dove si sta svolgendo il processo con rito abbreviato che vede imputato il prete 40enne per violenza sessuale aggravata a danni di minori. A tirare in ballo il testimone nel corso della scorsa udienza era stato un altro giovane che da lui avrebbe ricevuto questa confidenza. A volerlo in aula sono stati i legali della difesa del sacerdote che, nell’aprile del 2021, è stato arrestato a Ferrara (in Emilia Romagna) a conclusione delle indagini che erano partite dopo la denuncia di un archeologo 28enne che ha denunciato per primo di essere stato vittima di Rugolo quando era ancora minorenne. Nel corso della stessa udienza sono stati ascoltati anche alcuni consulenti della parte civile (l’avvocata Eleanna Parasiliti Molica per la vittima che ha denunciato gli abusi, Giovanni di Giovanni che assiste la famiglia del giovane all’epoca minorenne, il legale Mario Caligiuri per l’associazione Rete l’abuso e Irina Mendolia per l’associazione Cotulevi).

Dopo uno psichiatra che ha analizzato i traumi che una violenza può provocare in una vittima, è stata la psicoterapeuta dell’archeologo a rispondere alle domande degli avvocati. Su richiesta dell’avvocato della diocesi di Piazza Armerina (che, insieme alla parrocchia San Giovanni Battista di Enna, è responsabile civile nel processo) il tribunale ha ammesso a testimoniare l’avvocato rotale che ha assistito la vittima nel processo canonico e nella trattativa con l’offerta di 25mila euro da parte della diocesi. Un episodio che è stato denunciato dai genitori della vittima che hanno dichiarato che «la diocesi ci offrì dei soldi della Caritas in cambio di una clausola di riservatezza e del silenzio di nostro figlio». Una versione contrapposta a quella del vescovo Rosario Gisana che, invece, sostiene l’esatto contrario: ovvero che proprio dai genitori del giovane sarebbe arrivata una richiesta di denaro

Sempre nel corso della prossima udienza, già fissata per il 27 giugno, nella lista dei testimoni da sentire c’è anche un uomo che è stato in seminario insieme a don Rugolo e pure altri due giovani – appena maggiorenni – che potrebbero avere scambiato con il sacerdote dei messaggi a sfondo sessuale via chat. Per la prossima udienza è previsto anche l’esame dell’imputato. Non è ancora chiaro, però, se don Giuseppe Rugolo intenderà sottoporsi alle domande del pubblico ministero e degli avvocati delle parti. La sentenza è attesa per martedì 11 luglio. Nel corso del processo sono emersi anche altri casi di violenze su minori da parte di altri sacerdoti della diocesi di Piazza Armerina. Casi su cui, sebbene molti ne fossero a conoscenza, nessun provvedimento sarebbe mai stato adottato. Tra questi, ci sarebbe anche quello di un catechista di Gela che è emerso di recente nel corso di indagini difensive portate avanti in un altro procedimento da alcuni avvocati delle parti civili.


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