I rossazzurri giocano senza idee e non riescono a reagire contro un avversario che, fin dall'inizio, mostra di non essere venuto soltanto a difendersi. Giornata storta per Rossetti, che sbaglia molto in attacco e causa il rigore del 2 a 0. Per trenta minuti il Catania gioca in superiorità numerica, ma senza riuscire ad approfittarne
Prima sconfitta al Massimino per il Catania Il Benevento gioca in dieci ma vince 3 a 1
La prima sconfitta interna del Catania arriva contro il Benevento, in una gara che i rossazzurri, nel primo tempo, non fanno alcuno sforzo per vincere, che compromettono nella ripresa e che non riescono a raddrizzare neanche con l’opportunità di giocarne una buona fetta in undici contro dieci. Già prima di battere il calcio d’inizio, il Benevento fa capire di non essere venuto a difendersi: ben sei giocatori su undici scalpitano sulla linea di centrocampo, mentre il Catania sta indietro ad aspettarli. Il tema si ripeterà, in pratica, per tutta la prima frazione di gioco. Alla fine dei primi quarantacinque minuti il migliore del Catania risulta Bastianoni, benché la sua consueta imprecisione nei rinvii con i piedi rischi spesso di irritare i tifosi. All’ottavo, il portiere si tuffa sulla propria sinistra per deviare un forte tiro dal limite di Ciciretti. Al 20esimo deve ripetere il gesto per un’altra conclusione dello stesso numero dieci del Benevento, stavolta da distanza ravvicinata.
Sugli spalti del Massimino il pubblico – novemila spettatori – è un po’ meno numeroso che in altre occasioni ma, per i primi quarantacinque minuti, fa il possibile per sostenere la squadra: prima implora i giocatori di far gol, poi si distrae un po’ prendendosela con il Palermo, quindi dà segni di irritazione beccando i giocatori più imprecisi – in particolare Rossetti – e solo nei minuti di recupero dedica qualche coro polemico al presidente Pulvirenti. L’unico tiro in porta del Catania nel primo tempo finisce in rete, ma a gioco fermo per la posizione irregolare di Calil, che si presenta davanti al portiere avversario Gori su lancio di Scarsella: troppo poco per una squadra che tatticamente non riesce a dare un senso alla gara, e i cui giocatori, peraltro, si muovono pochissimo senza la palla, rendendo fin troppo facile il lavoro dei difensori ospiti.
Pancaro ha portato in panchina Russotto, al rientro da un lungo infortunio, e tutti si aspettano di vederlo in campo nella ripresa. A sorpresa, però, a lasciare il campo è Calderini e non Rossetti, apparso già nel primo tempo in difficoltà: ed è una scelta che il Catania finirà per pagare. Al primo pallone toccato, Russotto regala al pubblico un colpo di tacco lezioso e inconcludente: purtroppo, nel resto della gara, il fantasista rossazzurro non combinerà molto di più. Mentre il Catania fatica a trovare corsa e idee, il Benevento trova il gol dell’1 a 0. È ancora il numero dieci Ciciretti, al 55esimo, a indirizzare la palla dal limite verso la porta, sempre alla sinistra di Bastianoni. La traiettoria stavolta è fuori dalla portata del numero 1 rossazzurro, che si tuffa sulla palla ma non riesce neppure a sfiorarla.
Passano sei minuti e il pubblico si illude che la partita possa cambiare: Bastianoni si appresta a rinviare un pallone dal limite dell’area, ma il numero tre del Benevento, Mattera, lo ostacola in modo tanto scorretto quanto inutile. Per Mattera, che è già ammonito, al secondo giallo segue il cartellino rosso. E il Catania ha l’occasione di giocare una buona mezz’ora in superiorità numerica. La cronaca, però, continua a registrare pochissime manovre d’attacco dei rossazzurri. Al 70esimo Rossetti, in fase offensiva, perde palla sulla fascia sinistra. Sul contropiede avversario, il numero 11 rossazzurro, evidentemente frustrato dall’errore, corre indietro per recuperare la palla. Ma finisce per toccare con la mano, nella propria area, il cross proveniente dalla sua destra, regalando al Benevento un evitabilissimo calcio di rigore. La trasformazione di Mazzeo chiude praticamente la partita. Rossetti si copre la faccia con la maglietta e, subito dopo, Pancaro lo toglie dal campo per far posto a Plasmati.
È troppo tardi però, per il Catania, per costruire qualcosa di buono. Il centrocampo risente della giornata storta di Agazzi, mentre Musacci, lento e impacciato, lascia spazio a Russo senza che la sostituzione dia frutti visibili. Al 75esimo Calil cade in area. L’arbitro fischia il rigore ma, dopo le proteste dei giocatori del Benevento, si fa convincere dal guardalinee a cambiare la sua decisione. Invece del possibile gol che riapre la partita, arriva quello che trasforma la sconfitta rossazzurra in una vera umiliazione. Lo segna di nuovo Ciciretti che in contropiede, e a dispetto dell’inferiorità numerica della propria squadra, ha modo di presentarsi solo davanti a Bastianoni e di batterlo facilmente. Il pubblico applaude polemicamente il terzo gol avversario. E quando, al primo dei cinque minuti di recupero, una punizione dal limite di Nunzella centra finalmente la porta del Benevento, il gol dell’1 a 3 è salutato dai sonori fischi del pubblico. Parte del quale, del resto, ha già abbandonato le tribune.
Il Catania resta quindi a 12 punti, due in meno dell’Ischia. Il Benevento sale a 23. Tra le due squadre c’è un distacco di 11 lunghezze, che coincide perfettamente con le penalizzazioni accumulate dai rossazzurri per lo scandalo delle combine e per inadempienze amministrative. Eppure, a giudicare da quanto oggi si è visto in campo, verrebbe da dire che la differenza in classifica tra le due squadre ci sia tutta.