Ram Lubhay, l'uomo accusato di aver provato a portare via una bambina a Scoglitti, è stato trasferito nel centro di identificazione ed espulsione di Caltanissetta, su disposizione della questura. Lui stesso avrebbe acconsentito perché teme per la sua incolumità. Il suo avvocato: «L'ho saputo dai giornali»
Presunto rapimento, l’indagato portato nel Cie A breve potrebbe essere rimpatriato in India
Il senza fissa dimora accusato di aver provato a rapire una bambina a Scoglitti, a Vittoria, è stato portato nel centro di identificazione ed espulsione di Caltanissetta e a breve dovrebbe essere rimpatriato in India. A disporre il trasferimento è stato il Questore di Ragusa, Giuseppe Gammino, dopo che ieri l’uomo – Ram Lubhay, 43 anni – ha trascorso l’intera giornata negli uffici della questura.
Lubhay si era presentato alla polizia lunedì e avrebbe denunciato le minacce ricevute dopo il 16 agosto, giorno dell’episodio incriminato. Proprio il timore per la sua incolumità avrebbe convinto il senza fissa dimora al trasferimento al Cie e al possibile rimpatrio. Il 43enne è accusato di tentato sequestro e sottrazione di minore: avrebbe provato a portare via una bambina di cinque anni che era in compagnia della sua famiglia sul lungomare di Scoglitti. Lui, interrogato sabato scorso, si è sempre professato innocente. «Ha detto che non aveva intenzione di rapire la piccola», precisa il suo avvocato, Biagio Giudice. Perché l’avrebbe presa in braccio? «Il mio assistito – spiega il legale a MeridioNews – ha risposto anche a questa domanda, così come a tutte le altre che gli sono state rivolte, ma non posso rivelare cosa ha detto perché l’interrogatorio è coperto da segreto». Secondo uno degli investigatori, invece, l’indagato non avrebbe saputo spiegare il suo gesto.
Nei giorni scorsi i carabinieri di Vittoria e la pm della Procura di Ragusa, Giulia Bisello, hanno ascoltato diversi testimoni, tra parenti e amici della famiglia coinvolta. Non sarebbero ancora stati sentiti testimoni estranei all’ambiente della piccola. Nelle ultime ore, inoltre, si è allungato l’elenco di chi si è presentato agli investigatori dicendo di aver assistito alla scena del presunto rapimento. E le versioni sono discordanti: alcuni hanno raccontato che l’uomo ha preso in braccio la bambina solo per pochi secondi e avrebbe mosso appena qualche passo, mentre altri parlano di tempi e distanze più lunghe.
Lubhay, dopo essere stato fermato nell’immediatezza dei fatti, è stato rilasciato perché la legge non prevede la convalida del fermo per il reato di tentato rapimento. Decisione criticata duramente dalla madre della bambina e che ha scatenato numerose reazioni politiche. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha disposto accertamenti per verificare lo sviluppo della vicenda. Oggi il procuratore capo di Ragusa, Carmelo Petralia, ha annunciato che sta per «trasmettere alcune informazioni sull’iter giudiziario seguito nel procedimento al procuratore generale di Roma».
Intanto il 43enne indiano potrebbe essere rimpatriato. «L’ho letto anche io dalla stampa – precisa il suo avvocato – mi occupo della questione penale e non di quella amministrativa, quindi non ero neanche a conoscenza del suo trasferimento al Cie». Margini per un eventuale ricorso al provvedimento? «I mezzi per l’impugnazione ci sono – conclude -, ma non so se procederemo in tal senso».